Ha un nome il ferito ricoverato a Treviso. "Di corsa da Davide, cruciali le foto di Zaia"

Si riaccende la speranza per una coppia di genitori: il ragazzo senza nome ricoverato a Cà Foncello è loro figlio. "È in prognosi riservata, ma è vivo"

Ha un nome il ferito ricoverato a Treviso. "Di corsa da Davide, cruciali le foto di Zaia"

Non è ancora mattina che i coniugi Carnielli si alzano con addosso una rassegnazione pungente comune a tutti gli altri genitori in attesa di notizie a Canazei. Consapevoli di avere davanti una giornata di piombo. «Speriamo almeno trovino il suo corpo» pensano, ricalibrando di parecchio le aspettative sulle sorti del figlio Davide, travolto dalla valanga della Marmolada. Impossibile trovarlo vivo e intero dopo tutte queste ore. Raccolti nel loro silenzio, già pensano a quanto sarà straziante il momento del riconoscimento del corpo del «loro bambino». O di quando riconosceranno la sua bandana, la sua giacca. Incrociano lo sguardo degli altri genitori e, in quelle ore sospese e contro natura, si dicono tutto senza dire niente. «Sta arrivando il presidente Zaia, vuole salutarci» dice a un certo punto uno dei genitori. «Magari ha notizie». Il governatore del Veneto Luca Zaia chiede informazioni a tutti, ascolta e rimane così colpito dalla disperazione delle famiglie dei dispersi che esce dall'incontro con il cuore in gola. «Ma cosa possiamo fare?» si rivolge al suo staff. Da lì l'idea: chiede le foto del ragazzo non identificato ricoverato all'ospedale Cà Foncello di Treviso. Magari facendole circolare, qualcuna delle famiglie potrebbe riconoscerlo. Gli arrivano dopo pochi minuti delle immagini sconvolgenti, di un volto livido e deformato con medicazioni e tubi. Una persona irriconoscibile. Da tutti fuorché dai sui genitori. «Oddio, è Davide!». «Sì, è lui, è lui». Riconoscono un dettaglio del piede e un buchino nell'orecchio. Poi la conferma arriva dal gruppo sanguigno.

Il cuore dei signori Carnielli riprende a battere davanti a quello schermo del telefonino. Le lacrime condiscono quella confusione di gioia che mai più si sarebbero aspettati. E subito la corsa da Canazei a Treviso, per stare vicino al loro Davide.

Davide Carnielli, consigliere comunale di Fornace, provincia di Trento, 30 anni, è in prognosi riservata: le sue condizioni sono comunque stabili. I medici dell'ospedale Cà Foncello, il nosocomio della Marca, al momento del ricovero hanno accertato un importante edema cerebrale e lesioni agli organi interni. Il giovane, in stato di incoscienza, era stato trovato senza alcun documento. Al momento del ricovero presentava politrauma e ipotermia. Dopo le prime valutazioni è stato sottoposto a embolizzazione per lesioni agli organi interni. Gli accertamenti successivi hanno evidenziato, appunto, un importante edema cerebrale la cui origine è in fase di definizione. La situazione non è semplice e non si sa come si potrà evolvere. «Ma è vivo» esultano mamma e papà Carnielli. Sanno benissimo che per loro sta per iniziare un nuovo dramma fatto di mille incognite ma non ci sarà nessun funerale e, almeno per qualche ora, si vogliono godere la leggerezza di quella notizia inaspettata che li ha salvati dalla disperazione più totale. Si parla vi vita, non più di morte, si respira, e per ora basta. «Ho chiesto immagini di particolari anatomici utili a un riconoscimento sulla base di quanto emerso nel dialogo con le famiglie - racconta il presidente Luca Zaia - Il paziente ricoverato a Treviso ora ha un nome e un cognome». La famiglia Carnielli potrà vedere Davide solo per pochi minuti al giorno e ci vuole parecchia pazienza per capire se il ragazzo riacquisterà tutte le sue funzioni. Ma non è la sotto.

L'alpinista trentino è un esperto, grande amante della montagna e della natura, ma anche della bicicletta. «La punta di diamante della società», racconta Stefano Moser della società ciclistica Bsr di Meano, dove Davide gareggia.

Pochi minuti prima di essere travolto dalla valanga di ghiaccio aveva postato un messaggio sul suo profilo Instagram, pubblicato alle 13,39. «Discesa sul ghiacciaio! Savi e salvi anche sto giro». Pochi minuti dopo il crollo.

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