Il sentore che sarebbe giunto anche il turno della Lega era già presente da giorni. Anche lo stesso Matteo Salvini lo aveva messo in conto, specie nell'ultima settimana in cui la pagina politica del leader del Carroccio ha avuto una crescita esponenziale arrivando a superare, in termini di fan, quella di Beppe Grillo e rasentando i due milioni di iscritti. E alla fine l'attacco hacker è arrivato. Nella notte di ieri il gruppo Anonplus, collettivo anarchico che ha già colpito il Movimento 5 Stelle e il Pd, ha violato il server che gestiva la pubblicazione del sito internet di Salvini e la sua pagina Facebook. «Dannati clandestini, entrano dappertutto, pure sul mio profilo»; «Se raggiungo i 1000 like mi rapo a zero»; «Sono gay»; «Legalizziamo sta canna cannabis»: questi i messaggi fake scritti dai pirati sulla bacheca del social network del leghista.
AnonPlus ha inoltre rivendicato l'effrazione dei contenuti delle chat di Telegram, affermando di avere scaricato dati riservati. Le contromisure sono scattate subito. Il sito web è stato offline per circa tre ore, mentre la pagina Facebook è stata riabilitata dopo una ventina di minuti. I pirati informatici hanno avvisato Salvini: «Pubblicheremo il resto dei dati nei prossimi giorni».
«Al massimo si ritroveranno gli indirizzi mail e i nomi degli iscritti al concorso Vinci Salvini o alle varie iniziative che il Capitano ha lanciato in questi anni», sorride Luca Morisi, professore di Informatica filosofica all'Università di Verona e deus ex machina del successo in rete del leader del Carroccio. Per il guru tecnologico si tratta più che altro di una trovata per farsi pubblicità sfruttando l'affollatissima comunità salviniana in rete. «Loro sono anarchici, attaccano tutti indistintamente, poi è normale che se colpisci un leader come Salvini la cassa di risonanza è maggiore», aggiunge Morisi. Che poi smorza anche la reale valenza della minaccia di AnonPlus: «Sulle chat di Telegram loro stessi hanno smentito. E il primo file di dati che hanno pubblicato in rete era illeggibile. Siamo in stretto contatto con il Centro anticrimine informatico e poi comunque Salvini non ha nulla da nascondere».
Intanto, il manifesto di presentazione di AnonPlus è chiaro e non risparmia nessuno da futuri attacchi: «Ogni persona che vuole difendere la propria libertà, la libertà del popolo e l'emancipazione di quest'ultimo dalla schiavitù dei media e di chi ci governa, di chi ci usa come strumento per attuare i suoi sporchi fini, fa già parte di AnonPlus». Partito avvisato, mezzo salvato?
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