Hamas "al buio", così può iniziare la fine dei terroristi

Hamas "al buio", così può iniziare la fine dei terroristi

Bombe, missili, cannoni, terroristi suicidi sempre pronti all'azione: e tuttavia, mentre seguita a mostrare i denti e promette disastri internazionali, Hamas sembra essere fra le prime vittime della grande rivoluzione mediorentale-trumpiana che ha visto l'asse ormai detta della stabilità mettere fuori legge il capofila del campo della fratellanza Musulmana, legato a quello iraniano: il Qatar. Lo sfondo è questo: Hamas potrebbe perdere le tante differenti forme di supporto politico, finanziario, logistico che il Qatar gli ha fornisce su base miliardaria, finanziando, dopo le varie guerre, grandi programmi di ricostruzione. Inoltre ospita lo stato maggiore di Hamas, col suo fino a ieri famoso capo supremo, ferocissimo leader Khaled Mashaal. I miliardi tuttavia sono andati presumibilmente a finire in gran parte nelle tasche della lotta armata contro Israele, nella costruzione di tunnel, nell'acquisto di armi. I due milioni di sudditi di Hamas vivono una situazione di crisi umanitaria cronica, la loro leadership sembra avere come unico scopo quello di uccidere gli ebrei, e non il benessere della sua gente. Hamas è un membro molto attivo della Fratellanza Musulmana, di cui il Qatar è il pater familias e la Turchia l'alma mater. Adesso la situazione si è molto complicata: i soldi potrebbero fermarsi, il Qatar subisce il grande blocco dei denari, dei voli, del cibo, dell'acqua, da parte dei paesi moderati aiutati dall'America, e con lui i suoi protegèe terroristi, fra cui Hamas.

Due giorni or sono il consiglio di sicurezza israeliano è stato praticamente costretto su richiesta di Abu Mazen, presidente dell'Autorità Palestinese, a diminuire la quantità di elettricità fornita a Gaza. La Striscia avrà elettricità solo due o tre ore al giorno. Una situazione drammatica che può creare problemi agli ospedali, alle strutture di drenaggio, a quelle per la desalinizzazione. La AP ha deciso di bloccare il 40% del budget finora dedicato a Gaza, e non paga più l'elettricità che Israele produce, inducendolo a ridurre le forniture. Forse Israele si sarebbe sacrificato per il suo migliore amico, ma Hamas è il suo peggior nemico, anche se Israele è molto preoccupato della possibilità di un acuirsi della crisi umanitaria con le sue conseguenze violente: Israele rifornisce Gaza di ogni bene tramite i confini dal 1914. Il rischio è che la popolazione si rivolti contro il governo, e il consenso venga recuperato nell'odio e nel sangue contro Israele.

Perché Abu Mazen agisce ora? La spinta politica è evidente. È il «campo della stabilità» cui Abu Mazen vuole appartenere, pena l'isolamento da parte dei paesi arabi sunniti e degli americani, i re dei contributi ai palestinesi. Abu Mazen non vede l'ora di assegnare un colpo a Hamas che gli contende l'egemonia del mondo palestinese, aggregandosi alla jihad nel suo scontro con l'Occidente. Abu Mazen vuole durare, e perpetuare le sue strategie di rifiuto di Israele e di esaltazione della jihad e Hamas assedia il suo potere.

Un altro deplorevole incidente ha funestato Hamas: sotto due scuole costruite dall'Unrwa, l'Agenzia per i profughi palestinesi, è stato scoperto un tunnel usato come passaggio in Israele dai terroristi per compiere stragi di civili. Un portavoce dell'organizzazione, Christopher Gunness ha condannato l'uso cinico delle scuole. L'Unrwa, l'unica organizzazione creata dall'Onu per un solo gruppo di profughi, quelli palestinesi, è anche l'unica che invece di curarne l'integrazione in modo da diminuirne il numero, li aiuta a moltiplicarsi: ha stabilito per statuto che anche i figli e i figli dei figli sono profughi, così da tenerli rinchiusi in campi profughi e facendone da circa 700mila cinque milioni. L'insegnamento è orientato contro Israele, gli episodi che legano le strutture alla proliferazione del terrore sono molti, e l'aria che si respira nelle scuole adornate di murales coi ritratti degli «shahid» è inequivoca.

L'Unrwa è una struttura che - come ha detto il Primo Ministro Israeliano - andrebbe chiusa, e Hamas non si perita, a spese dei bambini, di usare persino quella. Dalla sua parte quindi si può trovare solo chi sostiene il terrorismo, ma il momento storico ne sta mettendo in discussione la sorte. È tutto il campo del terrore a essere scosso, e anche Hamas trema.

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