
«Chiunque sappia maneggiare armi, in qualsiasi parte del mondo, deve agire». Hamas lancia un nuovo appello alla jihad mondiale contro il piano di Donald Trump per Gaza, che prevede il trasferimento dei palestinesi, in modo da poter ricostruire la Striscia distrutta dalla guerra per farla diventare la Riviera del Medioriente. Gli islamisti definiscono «scellerato» il progetto del presidente americano perché «unisce massacri e fame» e invita alla guerra santa tramite uno dei suoi portavoce, Sami Abu Zuhri. «Non negate un esplosivo, un proiettile, un coltello o una pietra. Lasciate che tutti rompano il silenzio», è l'invito ai musulmani.
L'appello arriva mentre l'esercito israeliano, entrato con i carri armati nell'area di Rafah, la città al Sud, confine con l'Egitto, ha emesso un avviso di evacuazione per i palestinesi dell'intera zona, il più massiccio dalla ripresa del conflitto, spiegando che l'esercito sta «tornando a combattere con grande forza per eliminare le capacità delle organizzazioni terroristiche». Nei giorni scorsi il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha spiegato che la pressione militare contro i terroristi sta funzionando e ha annunciato che sarebbe stata intensificata. Dal governo è arrivato il via libera, con l'obiettivo di ottenere un accordo sul rilascio degli ostaggi, nonostante le proteste di piazza in Israele, dove i familiari dei rapiti e parte dell'opinione pubblica temono che i 24 ostaggi ancora vivi rischino la vita sotto i raid.
Dal 18 marzo, giorno in cui sono ripresi i combattimenti, sono oltre mille i morti nella Striscia di Gaza a causa dei nuovi raid e delle operazioni militari. Oltre 50 terroristi sono stati eliminati ieri durante un'operazione in cui è stato distrutto un tunnel sotterraneo di Hamas. Tra le vittime, tuttavia, ci sono anche molti civili e personale medico. Proprio nell'area di Rafah, a Tal as-Sultan, sono stati ritrovati, con le mani legate e sommersi di sabbia in una buca, i corpi di 15 paramedici della Mezzaluna Rossa, tra cui due membri dell'agenzia Onu Unrwa, spariti per nove giorni. Secondo fonti mediche palestinesi, sui cadaveri c'erano ferite di colpi di arma da fuoco al petto. L'ipotesi è che l'esercito, che ha ammesso di aver colpito «per errore» alcune ambulanze sospette nell'area, li abbia arrestati e poi uccisi come condannati a morte. Altri dieci palestinesi sono rimasti uccisi nei bombardamenti nell'area di Gaza City e almeno tre colpiti nella zona di Khan Younis.
La pressione contro l'«asse del terrore» prosegue
anche nello Yemen, con i raid americani sui ribelli Houthi. In due settimane sarebbero circa 60 le vittime. Il presidente Trump ha avvertito che per gli Houthi, e l'Iran che li sostiene, «il vero dolore deve ancora arrivare».
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