"Ho ucciso mio padre". Il 19enne e l'orrore: cadavere fatto a pezzi

Morto un 57enne direttore di banca, il figlio era in cura da anni per problemi psichiatrici

"Ho ucciso mio padre". Il 19enne e l'orrore: cadavere fatto a pezzi

«Introverso, difficile, afflitto da profondi problemi caratteriali che lo avevano portato a rivolgersi a specialisti sin da quando era bambino...Ma mai e poi mai avrei pensato potesse uccidere. Nessuno di noi ragazzi che lo conosciamo, forse non benissimo ma comunque da tanti anni, riuscirebbe nemmeno a immaginare una cosa simile. E uccidere il padre poi! Farlo a pezzi...Mi sembra un incubo».

Ieri mattina verso mezzogiorno. Lavinia, 18 anni, se ne sta immobile in piedi sul marciapiede, gli occhi pieni di lacrime; la mamma le sta accanto senza dire una parola. Da un pezzo le auto dei carabinieri davanti al palazzo di via Saint Denis 9 - strada alberata nel centro di Sesto San Giovanni, popoloso e notissimo comune alle porte di Milano - hanno attirato le attenzioni sonnacchiose di una comunità che, ben lontana dalle spiagge, si attarda al bar prima di andare a votare, facendo i conti con una canicola da piena estate. Gianluca Loprete, 19 anni, abita al terzo piano di questo stabile, ma è stato portato in caserma da qualche ora. Docile, silenzioso, non ha opposto resistenza ai carabinieri che lui stesso aveva chiamato intorno alle 9. Era stata una comunicazione fulminea quanto sconvolgente la sua. «Venite, ho ammazzato mio padre». Quando i militari erano entrati in casa avevano trovato il ragazzo in stato di choc. «Lo so, lo so, ho fatto una cazzata, gli ho dato una coltellata...» aveva detto a voce bassa, sfregandosi nervosamente le mani. Il cadavere del padre, Antonio Cristiano, 57enne direttore di banca - era adagiato sul letto, il coltello vicino al corpo che il ragazzo aveva fatto a pezzi, sezionandolo in più parti: la testa, il bacino, il busto, gli arti.

Una vera scena da film dell'orrore, insomma, quella che si sono trovati davanti i carabinieri e che rimanda a quello che, il 26 maggio, è accaduto sempre nel Milanese, ma a Melzo. In quel caso era stata una figlia a uccidere l'anziana madre, una 84enne ormai vittima della demenza senile, e a fare scempio del suo corpo senza vita, ritrovato due mesi dopo il delitto nella vasca da bagno.

Una volta in caserma, davanti al pm della Procura di Monza Carlo Cinque, Gianluca Loprete si chiude in se stesso e non parla più, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Così viene portato in carcere a Monza: è agli arresti con l'accusa di omicidio aggravato e vilipendio di cadavere.

Dai riscontri degli investigatori dell'Arma dei carabinieri - guidati dai colonnelli Michele Miulli e Antonio Coppola del comando provinciale di Milano che erano sul posto insieme ai colleghi della compagnia di Sesto San Giovanni e a quelli della Sezione investigative scientifiche (Sis) - emergono gli importanti problemi psichiatrici del 19enne, in cura al Cps di Sesto San Giovanni sin da quando era bambino. Gianluca viveva solo con il padre da quando i genitori si erano separati. La madre del ragazzo - che è di origine ecuadoriana e attualmente abita in provincia di Bolzano - è stata subito avvertita dell'accaduto e in queste ore sta arrivando a Sesto.

Antonio Loprete, che soffriva di depressione e per questo al momento non lavorava (per il disturbo era stato anche ricoverato un paio di anni fa) è stato visto vivo l'ultima volta venerdì intorno a mezzogiorno.

Si suppone quindi che il figlio lo abbia ucciso tra le 18 e le 20 ore prima del rinvenimento del cadavere.

Intanto gli esperti dell'Arma valuteranno, anche in base ai risultati dell'autopsia, quanto il coltello ritrovato possa essere compatibile, oltre che con l'omicidio, anche con il sezionamento del cadavere.

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