Steve Li, responsabile del dipartimento della forza di Sicurezza nazionale di Hong Kong, non perde occasione per restaurare la propria immagine di persecutore. Limitandosi all'ultimo anno, è riuscito ad arrestare nove persone accusandole di voler preparare un attentato con dei fuochi d'artificio, ha ordinato il pestaggio e il fermo di una bambina di 12 anni, rea di aver comprato in edicola un album da disegni, ma tanto è bastato da essere bollata una manifestante anti-Pechino. Il signor Li non soltanto ordina ai suoi uomini perquisizioni nelle abitazioni private, ma di recente li ha persino sguinzagliati nei centri commerciali, affinché mettessero le manette ai polsi di chi acquistava coltelli da cucina. Non sono leggende metropolitane, è tutto documentato, così come il blitz dello scorso 17 giugno di 500 agenti nella redazione dell'Apple Daily, poi costretto a chiudere per arresti e congelamento dei beni.
A questo manuale di privazione della democrazia, mancava un'ultima pagina, al tempo stesso insensata e vigliacca. Mercoledì Steve Li ha ordinato l'arresto di cinque logopedisti dell'associazione Spot Centre, due uomini e tre donne, tra i 25 e i 28 anni, fermati per aver pubblicato libri «sediziosi» nei quali la Cina e il governo di Hong Kong vengono rappresentati come lupi che attaccano gli abitanti dell'ex colonia britannica, interpretati da un villaggio di pecore. Non ci sono dubbi: il capo della forza di Sicurezza e Pechino adesso hanno anche paura dei libri per bambini. A finire in manette sono stati associati della Spot Centre che a vario titolo hanno avuto un ruolo nella pubblicazione di tre libri. Tra loro il presidente, il vicepresidente, il segretario e il tesoriere dell'associazione.
In realtà lo scopo delle pubblicazioni era di aiutare genitori e insegnanti a spiegare agli alunni, tra i cinque e gli otto anni, gli eventi del 2019, anno delle proteste antigovernative, durante le quali 11mila persone sono state arrestate. La polizia ha anche congelato beni legati all'associazione per un valore di circa 18mila euro. I cinque arrestati rischiano fino a due anni di carcere e una multa. Nelle storie dei libri, pecore e lupi appartengono a due diversi villaggi. Le pecore agiscono con scioperi proprio come hanno fatto in questi anni i cittadini di Hong Kong. Ed ecco la giustificazione farneticante di Steve Li dopo gli arresti. «Siamo dovuto intervenire perché un libro mostrava le pecore molto pulite e i lupi estremamente sporchi. Abbiamo ben capito l'interpretazione: è come se i lupi avessero portato il covid a Hong Kong. Sono state sequestrate pubblicazioni che tentato di semplificare questioni politiche non comprensibili ai bambini e di giustificare comportamenti illegali».
La stampa, anche quella per i più piccoli, è ormai diventata un bersaglio abituale del regime. Sono 57 i giornalisti arrestati solo dallo scorso gennaio, ma gli uomini di Li sono andati ben oltre, sequestrando circa 600 libri per bambini, una grande quantità di volantini, computer e telefoni cellulari. La Spot Centre, attraverso le parole della direttrice clinica Jessica Tuohy, ha manifestato sdegno per l'accaduto.
«Abbiamo soltanto cercato di spiegare in maniera semplice le proteste dell'ultimo anno, soffermandoci sul disegno di legge anti-estradizione, sui 12 attivisti arrestati mentre cercavano di fuggire in motoscafo a Taiwan, e sullo sciopero degli operatori ospedalieri. Qui non si tratta solo di censura, ma di voler cancellare la storia».
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