Passano i giorni, le elezioni americane sono alle porte e quello che dall'Iran promettono essere «il più grande attacco in termini di quantità e qualità finora» sembra imminente, o forse no. Quello che è certo è che in Israele la tensione è altissima e l'allarme ai massimi livelli. Ieri il capo del Comando centrale americano (Centcom), il generale Michael Kurilla, ha visitato la batteria di difesa aerea americana Thaad, che è stata recentemente dispiegata in Israele, e ha incontrato il capo di stato maggiore dell'Idf, il tenente generale Herzi Halevi, per valutare la situazione «concentrandosi sull'Iran». Il Centcom può anche contare ora sugli aerei da combattimento B-52 arrivati in Medio Oriente e che sono solo l'antipasto dei «dispiegamenti militari nella regione nei prossimi mesi per la difesa di Israele» annunciati dal Pentagono. Oltre ai B-52 sono in arrivo difese contro missili balistici, aerei da combattimento e altri tipi di aerei militari.
E mentre ieri è trapelata la notizia dell'arresto di Eliezer Feldstein, portavoce e fedelissimo di Netanyahu accusato, con quattro collaboratori, di aver fatto trapelare dei documenti riservati ritrovati anche sul pc di Yahya Sinwar (rischiano 15 anni di galera), Israele continua a martellare in Libano: ieri ha bombardato la regione orientale di Baalbek, roccaforte di Hezbollah, dopo aver diramato un avviso di evacuazione per la zona. L'esercito israeliano ha anche confermato la morte di Farouk Amin Alasi, comandante di Hezbollah nella zona di Khiam, nel sud del Libano. Ma gli obiettivi di Israele potrebbero anche cambiare. Dopo l'indebolimento di Hamas e Hezbollah, Teheran sta cercando nuove rotte per il terrore e, come dice il ministro della Difesa dello stato ebraico Yoav Gallant, «sta riversando tutto ciò che può in Giudea e Samaria». Non solo: se continueranno gli attacchi da parte delle milizie sciite filo-iraniane, Israele potrebbe rivolgere lo sguardo anche all'Iraq, che l'Iran starebbe utilizzando per far transitare missili balistici e relative attrezzatura e avvicinarle a Israele. Secondo il sito di notizie saudita con sede a Londra Elaph, funzionari anonimi di Israele avrebbero detto di avere acquisito grazie ai satelliti prove delle attività iraniane in Iraq. Il sito afferma che Israele sta monitorando e identificando gli obiettivi appartenenti alle milizie sostenute dall'Iran. Inoltre Baghdad è stata invitata a tenere a freno le milizie e impedire loro di utilizzare il suo territorio per lanciare attacchi.
Ecco, l'Iran. Che vede come fumo negli occhi l'asse Washington-Tel Aviv e avverte: «Gli Stati Uniti e Israele non riusciranno a sopravvivere uccidendo e massacrando i musulmani», come dice il capo dei Pasdaran, Hossein Salami durante la manifestazione a Teheran in ricordo dell'assedio dell'ambasciata americana del 1979.«Li avvertiamo sempre che se non cambiano comportamento, andranno incontro al collasso e alla distruzione», ha detto Salami alla folla che, riunita davanti all'ambasciata americana nella capitale persiana, gridava «Morte a Israele, morte all'America!».
Parole appena temperate dal presidente iraniano Massoud Pezeshkian, secondo cui se «Israele accettasse un cessate il fuoco e smettesse di massacrare le popolazioni oppresse e innocenti della regione, ciò potrebbe influenzare l'intensità e la natura della nostra risposta». Bastone e carota, anche se di carote finora in Medio Oriente se ne sono viste poche.
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