Benetton a muso duro contro il governo. Edizione, la holding della famiglia di Ponzano Veneto, ha supportato la linea decisa martedì dalla controllata Atlantia (30,25%). In particolare, il cda di Edizione ha condiviso «le operazioni proposte» da Atlantia a Cdp: la quota in Aspi attribuibile alla holding dei Benetton, dopo l'eventuale scissione, «non sarà considerata strategica e quindi verrà posta in vendita a condizioni di mercato entro 18 mesi dall'eventuale data di efficacia della scissione e quotazione in borsa di Aspi». Un messaggio al premier Conte con cui la famiglia Benetton ha dichiarato di voler vendere e non svendere: Aspi (88% Atlantia) è valutata dagli analisti circa 9 miliardi. Lo scorporo con Ipo a quei prezzi porterebbe a Edizione circa 2,4 miliardi a fronte del miliardo che giungerebbe dai 3,4 miliardi di indennizzo proposti dal governo previa accettazione di un aumento di capitale riservato a Cdp e al suo nucleo di investitori. La presa di posizione è stata decisa nel giorno dell'incontro tra Aspi, Mit e Mef per definire i contorni del nuovo accordo concessorio e il piano di investimenti da 14,5 miliardi. Al governo, infatti, non piace l'ipotesi che il controllo di Autostrade possa andare immediatamente in mano di fondi esteri.
Intanto, ieri nel primo giorno di apertura del nuovo Ponte San Giorgio di Genova si sono verificate code e rallentamenti causati da automobilisti e motociclisti che si sono fermati per scattare una foto o un selfie sulla nuova infrastruttura progettata dall'archistar Renzo Piano.
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