Quello della frantumazione e dei continui conflitti interni sembra un destino inevitabile della sinistra italiana. L'ultimo episodio in questo senso, come si sa, è costituito dalla fuoriuscita di una parte di ex esponenti del Pd che è andata a costituire Articolo 1 Mdp. Costoro si sono posizionati alla sinistra del partito di Renzi, affiancandosi così in qualche modo a Sinistra italiana di Fratoianni. Più di recente, è poi sorto Campo progressista di Pisapia, che ha cercato inizialmente, ma invano, di assumere un ruolo di federatore in questa galassia di forze, salvo maturare nei giorni scorsi una polemica e pesante frattura con Mdp e avvicinarsi, si dice, all'attuale leader del Pd. Ma al di là delle loro vicissitudini interne, quanto «valgono» davvero queste varie forze? Quanta parte dell'elettorato è attratta in qualche misura dalla loro proposta?
Un primo indicatore al riguardo è dato dalle ricerche sulle intenzioni di voto. Queste ultime hanno in sé un margine di approssimazione, spesso consistente, dovuto a svariati fattori. Una possibilità di errore che incide particolarmente sulla stima del seguito dei partiti di più modesta dimensione, come quelli di cui stiamo parlando. Ma i sondaggi possono comunque darci una prima idea, seppure come abbiamo detto, imprecisa, del seguito di questi ultimi. Esaminando la media dei sondaggi pubblicati nell'ultima settimana ad opera di vari istituti, emerge come Mdp raggiunga una porzione di elettorato limitata, ma comunque significativa, dato che grossomodo il 3% dichiara di votarlo. Ambiti di conquista più ristretti risultano a favore di Sinistra italiana (stimata al 2,2%). Ancora minore parrebbe essere il successo elettorale di Campo progressista (1,1%). Nell'insieme ammesso che si possano sommare i consensi virtuali per forze comunque distinte tra loro e, sembrerebbe, poco propense ad unirsi si raggiunge poco più del 6%. Si tratta comunque di una massa consistente di elettorato qualche milione di persone - la cui entità è tuttavia assai lontana da quel 10% che, nei giorni scorsi, alcuni leader di quest'area avevano indicato come obiettivo raggiungibile.
Ma, forse, più interessante e indicativa è l'analisi del «mercato potenziale» che queste forze politiche possono sperare ma nella maggior parte dei casi solo sperare di conquistare. Molti elettori sono infatti oggi ancora indecisi sul partito da votare. Quanti sono dunque coloro che, pur non avendo in molti casi ancora pienamente maturato la loro scelta di voto, «prendono in considerazione», sia pur potenzialmente, l'opzione per uno dei patiti a sinistra del Pd? Un'analisi effettuata dell'Istituto Eumetra Monterosa ci offre un quadro aggiornato al riguardo, sia per ciascun partito dell'area a sinistra del Pd, sia per l'insieme delle forze che la compongono.
Tutte e tre le componenti che si collocano a sinistra del Pd hanno un mercato potenziale attorno al 7%, con lievi differenze tra una e l'altra: questa è dunque la percentuale massima di elettori che potrebbe prendere in considerazione il voto per ciascuna (senza che però in questo momento abbia già deciso sicuramente di votarla).
Se le tre forze si unissero tra loro evento che oggi appare assai improbabile, ma che potrebbe avere luogo in via ipotetica naturalmente il mercato potenziale si accrescerebbe. Questa eventuale federazione delle componenti alla sinistra del Pd dispone attualmente del 6,3% di voti, ma potrebbe ambire addirittura al 15,6% (si tratta del numero di elettori che dichiara di prendere in considerazione almeno uno dei tre partiti. Questa cifra è inferiore alla somma dei mercati potenziali dei singoli partiti, in quanto un elettore può avere dichiarato la «presa in considerazione» per più di uno di questi contemporaneamente).
In questa fase, tuttavia, come si sa, appare assai più probabile una alleanza elettorale di Pisapia con il Pd anziché con Mdp. Una possibile coalizione di quest'ultimo solo con Sinistra italiana conterebbe in questo momento poco più del 5% di voti già assegnati e un mercato potenziale complessivo del 12%. Ma chi sono gli elettori che guardano con un possibile interesse al voto per queste forze politiche? Si tratta per lo più di giovani, sotto i 35 anni, con un titolo di studio medio, di residenti nei grandi centri urbani sopra i 100.000 abitanti, con una accentuazione tra gli impiegati e gli insegnanti. Sul piano delle intenzioni di voto, si registra una maggior presenza di «presa in considerazione» per uno di questi tre partiti tra chi attualmente vota il Pd (il 27% dell'attuale elettorato del partito di Renzi guarda con potenzialità le forze alla sua sinistra, con una netta maggiore simpatia per Campo progressista di Pisapia). Ma anche una quota minoritaria (8%) dell'elettorato dei 5 stelle dichiara di «prendere in considerazione» una di queste forze.
Nell'insieme, dunque le componenti alla sinistra del Pd costituiscono oggi una quota
molto minoritaria del panorama politico del nostro Paese. Ma con una potenzialità virtuale non trascurabile, che deriva dalla possibilità di raccogliere lo scontento che tuttora è presente in alcuni settori dell'elettorato.
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