La condanna per frode fiscale di Silvio Berlusconi, errata in punto di diritto e di fatto ed iniqua perché lui e le sue imprese sono fra i massimi pagatori di tributi in Italia ha avuto tre effetti economici devastanti, «voluti - o non tutti - dall'alto», che corrispondono a un preciso disegno: quello di eliminare il Belusconismo economico, un virus pericoloso per chi è illiberale: non altro essendo che la ricetta liberale essenziale per l'economia italiana, come base per la socialità e per la dignità umana. Il virus liberale della Berlusconomics si basava (e si basa) su tre grandi pilastri. Il primo era ed è quello degli investimenti, in particolare ferroviari e portuali e nella rete elettronica aerea e terrestre. Ossia una politica per le grandi medie e piccole opere pubbliche, con procedure moderne semplificate, onde: A)creare le condizioni fisiche e tecnologiche dell'unificazione nazionale da Nord a Sud -compresa la TAV e il Ponte sullo Stretto- e dal Tirreno e l'Adriatico, B) dar luogo alla effettiva partecipazione italiana al mercato unico europeo e mondiale, con i due corridoi ferroviari Alta Velocità europei Est Ovest e Sud Nord, con la rete elettronica, col sistema portuale.
Cacciato Berlusconi si sono bloccate le leggi e i progetti di grandi e piccole opere e si sono bloccati gli investimenti, in particolare il corridoio TAV Torino, Genova, Reggio Calabria, Sicilia e quello TAV sino a Est. Il secondo pilastro della Berlusconomics era ed è il mercato del lavoro con la contrattazione sindacale decentrata, col lavoro semi autonomo ed autonomo, per creare posti di lavoro per tutti. Cacciato Berlusconi si è distrutta la legge Biagi, s'è ingessato il mercato del lavoro, son spariti i contratti di produttività. Il terzo pilastro della Berlusconomics era ed è che i tributi sono il prezzo dei servizi pubblici. La progressività va attuata nel sistema fiscale in modo moderato e non nell'imposta personale sul reddito, tantomeno con le patrimoniali, in particolare immobiliari, salvo in rapporto a specifici servizi pubblici. C'è un grande telaio che regge tutti gli altri, nel virus del Berlusconismo liberale: lo stato di diritto. Le leggi non possono esse retroattive, ci vuole il principio di eguaglianza, il criterio del merito precede quello del bisogno, i tre poteri esecutivo, e giudiziario debbon stare in equilibrio.
Per combattere questo virus, s'è autorizzato l'abuso del potere giudiziario. E, uno dopo l'altro son diventati «normali»: la retroattività, la diseguaglianza, il bisogno che prevarica sul merito. Ecco la mascherina contro il virus liberale berlusconiano.
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