«La Basilicata cresce e crea occupazione. Il centrodestra attrae consensi e alleati». Vito Bardi a due settimane dal voto racconta il laboratorio lucano dove Italia Viva e Azione sono schierate con lui.
Presidente, nel marzo 2019 lei fu il primo candidato di centrodestra ad aggiudicarsi la guida della Regione. Come è cambiata la Basilicata in questi cinque anni?
«A me piace parlare con i fatti. Le cito Istat e Svimez sull'occupazione, che forniscono numeri importanti: prima del 2019 gli occupati erano 188 mila, a fine 2023 i contrattualizzati sono saliti a 194 mila, con un significativo incremento di quelli a tempo pieno. E ci sono tante offerte di lavoro che non riescono a trovare risposta. La disoccupazione in Basilicata è al 7,3%, inferiore al valore medio del Mezzogiorno (10,8 per cento) e quasi in linea con quello nazionale. Il Prodotto Interno Lordo è cresciuto del 3 per cento, il Pil pro capite è passato da 22.700 a oltre 24 mila euro. E abbiamo recuperato anche posizioni nel ranking delle regioni europee, secondo dati ufficiali UE. Non vuol dire che tutto vada bene, però sono numeri incoraggianti».
Nello scorso febbraio è arrivata l'ufficialità della sua candidatura. Ha temuto che i mutati equilibri di consenso interni alla maggioranza potessero farla saltare?
«Sono sempre stato sereno. La mia vita è stata al servizio delle istituzioni, per cui avrei accettato serenamente ogni decisione. Il mio unico interesse si chiama Basilicata e spero di poterla servire anche per i prossimi cinque anni. Decideranno i lucani tra pochi giorni».
Quanto è fiducioso sulla vittoria? L'exploit del 2019 è ripetibile?
«Tutti i sondaggi sono positivi. La media del vantaggio sulla sinistra è di almeno 10 punti. Questo non ci fa cullare sugli allori. Stiamo macinando chilometri, girando il territorio e le liste del centrodestra sono più numerose e più forti di quelle della sinistra. Siamo fiduciosi, ma guai ad abbassare la guardia».
In Basilicata lei sperimenterà una coalizione allargata a Italia Viva e Azione. Come è nata questa alleanza?
«Sui temi concreti. Sulle proposte di Italia Viva che abbiamo accolto in questi anni in consiglio regionale e su un confronto sul mio programma con Azione. A sinistra invece si sono divisi su interessi personali, faide politiche, guerre di posizione tra Pd e M5S. è stato un teatrino che ha fatto ridere l'Italia intera: purtroppo la sinistra considera la Basilicata una regione di Serie B. Noi invece rappresentiamo l'orgoglio lucano».
Cosa le sta regalando questa sua seconda vita e questa avventura istituzionale? E cosa spera che i lucani abbiano apprezzato del suo approccio al governo della Regione?
«Spero abbiano capito che il mio unico interesse si chiama Basilicata. Non ho obiettivi o interessi personali, ma ho sempre e solo lavorato per il bene della mia terra. La serietà e la sobrietà sono le mie cifre personali. Ovviamente non tutto è andato come desideravo, ma questo ci sarà di insegnamento per i prossimi 5 anni».
Si parla spesso dei timori delle regioni del Sud per l'autonomia differenziata. la Basilicata con le sue riserve energetiche può usare questa leva per diventare un vero hub energetico per l'Italia?
«Ci sono ovviamente delle criticità, penso ai livelli essenziali delle prestazioni (LEP) che vanno fissati e finanziati. Per esempio, in Basilicata abbiamo un secolare gap infrastrutturale: come lo colmiamo? Ma per una regione come la nostra ci sono anche delle opportunità, penso all'energia, all'acqua, alle foreste.
C'è un altro dato da considerare: il federalismo voluto dal centrosinistra nel 2001 è fallito. Le distanze Nord-Sud in questi 23 anni sono aumentate. Bisogna cambiare. Ma ci vorrà tempo. E noi governatori del Sud saremo sempre a difesa dei nostri territori, oltre ogni appartenenza politica».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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