Nelle grandi manovre intorno alla presidenza della Federcalcio, innescate dalla decisione del presidente Gabriele Gravina di anticiparle a novembre dopo la catastrofe azzurra all'europeo, fa irruzione la vicenda che da giorni agita il gossip ai piani alti del mondo del pallone. Anche stavolta c'è di mezzo il tema dei diritti tv e delle relative riprese. La nuova puntata può essere riassunta così: come è accaduto che la Lega B si prepari a scucire venti milioni di euro per la ripresa di partite che ancora non sa se riuscirà a vendere? E come è accaduto che a mettere le mani sui venti milioni siano, in un modo o nell'altro, uomini dello stesso circuito da cui arrivano i soldi per cui adesso Gravina è indagato a Roma?
La partita intorno alla presidenza della Figc è del tutto aperta, Gravina punta alla riconferma grazie soprattutto al sostegno di buona parte dei club di serie A, ma nel resto del vasto mondo del calcio la sua posizione è assai meno forte (tanto che starebbe pensando, in caso di malaparata, di far convergere i suoi voti su uno dei suoi predecessori, Giancarlo Abete, oggi presidente della Lega dilettanti).
Di sicuro Gravina ha l'appoggio degli uomini che svolgono un ruolo cruciale per la sopravvivenza del sistema calcio, ovvero i signori dei diritti tv, tutti in qualche modo legati alla Infront, la creatura di Marco Bogarelli (morto nel 2011). Come suo ultimo atto da presidente della LegaPro prima di fare il salto in Fgci, il 15 ottobre 2018, Gravina firmò un contratto da un milione e mezzo con la Isg, società vicina a uomini di Bogarelli. E proprio da Bogarelli Gravina poi ricevette 350mila euro come caparra sull'acquisto della sua collezione di libri antichi. Per quel passaggio di quattrini oggi Gravina è indagato per appropriazione indebita e autoriciclaggio.
Intanto, morto Bogarelli, i suoi discepoli continuano a fare affari. Tra cui l'ultimo è questo appalto per le riprese delle partite di B. Alla testa della Lega di B c'è il sardo Mauro Balata, che con Gravina non ha buoni rapporti, ma a dirigere l'operazione è direttamente Bruno Ghirardi, avvocato, superconsulente della Lega. L'anno scorso a gestire la produzione del campionato era stata Sky, quest'anno senza bisogno di fare una gara d'appalto (d'altronde la Lega è un'azienda privata) l'incarico va a una società di nome Emg. Il numero 1 di Emg è Claudio Cavallotti, già direttore di produzione di Infront, il Cfo è Giordano Ripamonti, anche lui ex Infront.
Entrambi sono amici del vero erede di Bogarelli, Giuseppe Ciocchetti: quello che nel 2015 ai tempi dell'inchiesta della Procura di Milano sul «sistema Infront» parlando con l'avvocato Ghirardi commentava quanto stava accadendo con un lapidario «qua ci mettono tutti in galera». Sono passati nove anni, l'inchiesta è stata archiviata, il circuito è sempre quello.
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