In sole due settimane Sergey Surovikin, il nuovo comandante delle truppe russe in Ucraina conosciuto come generale «Armageddon», ha trasmesso un clima da «apocalisse» fin dentro al Cremlino. O, se non di «apocalisse», almeno di serio allarme. Le dichiarazioni del generale che martedì ha annunciato «scelte difficili» sono state seguite, ieri, dalla convocazione di un Consiglio di Sicurezza presieduto da Vladimir Putin in persona. Un Consiglio durante il quale il Presidente ha annunciato la proclamazione della legge marziale, a partire da oggi, nelle repubbliche indipendentiste di Donetsk e Lugansk e nelle zone occupate di Kherson e Zaporizhzhia, ovvero in tutte le quattro regioni annesse alla Russia lo scorso 30 settembre. «La legge marziale era in vigore in questi territori prima che entrassero in Russia... ora dobbiamo legalizzare la situazione in conformità con la legislazione russa» - ha detto Putin spiegando che la misura potrebbe essere estesa anche ad altre zone della Federazione. Nel frattempo ha annunciato un decreto che limita i movimenti dentro e fuori otto regioni confinanti con l'Ucraina. Le misure riguardano le regioni meridionali di Krasnodar, Belgorod, Bryansk, Voronezh, Kursk e Rostov e ai territori di Crimea e Sebastopoli. Putin ha anche chiesto l'istituzione di un Consiglio Speciale guidato dal primo ministro Mikhail Mishustin per «lavorare sul rafforzamento della sicurezza e soddisfare le esigenze emerse nel corso dell'operazione militare speciale».
Ma cosa si nasconde dietro queste mosse? Il Comandante delle forze russe in Ucraina sta usando i poteri conferitegli per riferire a Putin tutti gli errori tattici e strategici commessi da chi l'ha preceduto. Un rapporto assai dettagliato, comprensivo di tutto ciò che il Capo di Stato Maggiore Valery Gerasimov e il ministro della Difesa Sergei Shoigu si erano, fin qui, ben guardati dall'ammettere. Le impietose relazioni metterebbero a nudo una situazione assai complessa che richiede cambiamenti drastici e tempi lunghi. Secondo indiscrezioni provenienti dalla Difesa il generale avrebbe fatto capire che le forze russe hanno bisogno di mesi e non di semplici settimane per recuperare un minimo di capacità offensiva. Nel frattempo però appare complesso anche garantire la difesa di zone cruciali come Kherson dove da martedì sono all'offensiva le forze ucraine. Il riferimento a possibili «decisioni drastiche» riguarda, secondo molti blog militari russi, proprio quell'area. Lì gli errori di fondo risalirebbero addirittura ai primi di marzo, quando la catena di comando indugiò nel dare via libera all'avanzata fin dentro a Nikolaev ordinando alle forze russe di attestarsi appena oltre Kherson. Oggi dopo la distruzione a colpi di missili Himars di tutti i ponti sul fiume Dniepr le posizioni sulla riva settentrionale del fiume stentano a ricevere rifornimenti e risultano impossibili da difendere. Dunque la scelta drastica potrebbe essere il ritiro da Kherson e la trasformazione del fiume nella nuova linea del fronte. Anche la legge marziale viene letta come una conseguenza delle severe analisi del generale Armageddon. Surovikin dopo aver valutato la situazione nelle quattro aree annesse ha concluso che divisioni tra amministratori civili, ufficiali russi, leader delle repubbliche e comandanti delle milizie locali sono ingestibili pretendendo poteri esclusivi per sè e i propri ufficiali. La legge marziale rappresenterebbe, insomma, non solo il tentativo di raddrizzare una situazione insostenibile ma anche un'ulteriore consacrazione dei poteri di Surovikin.
Poteri che non si limitano al semplice rilancio delle operazioni militari in Ucraina, ma finiscono, nei fatti, per conferirgli un'autorità superiore a quella del Capo di Stato Maggiore Valery Gerasimov e del ministro della Difesa Sergei Shoigu.
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