I genocidi come alibi per la conquista

"Genocidio" è una parola nuova nello sterminato repertorio creato dall'Homo Sapiens nel corso della sua storia

I genocidi come alibi per la conquista

«Genocidio» è una parola nuova nello sterminato repertorio creato dall'Homo Sapiens nel corso della sua storia. La Rivoluzione cognitiva avvenne fra 70.000 e 30.000 anni fa: non sappiamo come arrivammo a formulare un linguaggio diverso dai suoni gutturali che già emettevamo, a dare un nome a cose, stati d'animo e idee, fatto è che ci riuscimmo. Una volta inventata una parola per definire ogni azione o cosa, unendole in una sequenza logica fu finalmente possibile discutere di argomenti complessi come l'esistenza, la morte, la divinità.

Il linguaggio consente di elaborare teorie che possono essere trasmesse a tutti i Sapiens, creando nuove idee collettive, ovvero cambiando i comportamenti delle specie. Solo noi ne siamo capaci. Possiamo quindi convincere milioni o miliardi di individui diversi che la nostra nazione è nel giusto, l'altra nel torto, e che occorre fare la guerra. Fu con questo strumento che i Sapiens accelerarono il loro sviluppo e arrivarono a dominare le altre razze umane, fino a vederle scomparire. Forse il primo genocidio della storia addirittura della preistoria fu compiuto proprio dai Sapiens, che oltre 30.000 anni fa si sostituirono ai Neanderthal in Europa. Il seguito della storia umana è tutto un susseguirsi di genocidi, dalle grandi stragi in Cina alle invasioni mongole, allo sterminio dei popoli precolombiani in America.

I russi stanno tentando appunto di usare una parola dal forte impatto emotivo e culturale per giustificare la loro azione in Ucraina. La Russia infatti ha presentato un documento al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, sostiene che l'esercito ucraino sta commettendo il «genocidio della popolazione russofona del Donbass». Non ci sono elementi per giustificare questa affermazione, e la risposta più efficace e asciutta l'ha data il quieto cancelliere tedesco Olaf Scholz alla conferenza di sicurezza di Monaco: «Le accuse russe di genocidio nel Donbass sono, lo dico senza mezzi termini, ridicole».

La parola fu coniata nel 1944 dal giurista polacco di origine ebraica Raphael Lemkin e viene dal greco ghénos (razza, stirpe) e dal latino caedere (uccidere). L'Onu l'adottò nel 1948 dandone la definizione di «atti commessi con l'intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso».

Il primo caso riconosciuto del Novecento fu lo sterminio degli armeni da parte dei turchi, che solo fra il 1915 e il 1916 uccisero circa un milione e mezzo di armeni. Furono genocidi i crimini nazisti, specialmente contro gli ebrei (6 milioni di morti), i rom, i sinti, polacchi, bielorussi, russi, ucraini (altri 11 milioni di vittime). Gli ultimi processi per genocidio al Tribunale internazionale dell'Aia sono stati avviati nel 1993 per i crimini di guerra compiuti nella ex Jugoslavia (oltre 260mila vittime), l'anno dopo per il genocidio degli Hutu contro i Tutsi in Ruanda (fra 800mila e un milione di morti, in gran parte finiti a colpi di machete). Poi nel 1997, per giudicare le stragi provocate in Cambogia dagli khmer rossi di Pol Pot, fra il 1976 e il 1979: da 800mila a 3,3 milioni di morti, se si considerano anche quelli finiti da carestie e assenza di cure mediche.

Benché la questione sia ancora discussa, può essere riconosciuto come genocidio anche l'Holodomor, in ucraino holod (carestia, fame) e moryty, (uccidere, affamare), la carestia che colpì l'Ucraina dal 1932 al 1933 a causa della politica economica della Russia sovietica. Secondo Stalin la ricchezza agricola dell'Ucraina doveva essere riconvertita nell'industria, e negli anni Venti dispose che l'intera produzione ucraina dovesse passare sotto il controllo dello Stato. Tutti gli agricoltori che resistevano quasi due milioni - vennero uccisi o deportati in Siberia. Ne derivò una carestia che provocò fra 7 e 10 milioni di morti, gran parte dei quali per fame.

Fu proprio Raphael Lemkin a sostenere che i sovietici avevano provocato volontariamente la carestia per distruggere la cultura e la nazione ucraina.

Nel 2003 il parlamento ucraino ha ufficialmente riconosciuto l'Holodomor come genocidio. L'Urss invece ha sempre taciuto sulla vicenda, fino a Gorbaciov, nascondendola o negando che sia avvenuta. Adesso Putin la rovescia, addirittura accusando gli ucraini di genocidio.

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