I giudici inglesi "arrestano" il premier Sunak. "Illegale trasferire in Ruanda chi chiede asilo"

Il piano di Londra bocciato pure in Appello. Ora ricorso alla Suprema Corte

I giudici inglesi "arrestano" il premier Sunak. "Illegale trasferire in Ruanda chi chiede asilo"
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La Corte d'appello britannica blocca le estradizioni in Ruanda degli immigrati clandestini perché illegittime. Ennesimo flop per il governo conservatore di Rishi Sunak che non riesce a concretizzare il suo piano per combattere l'immigrazione. Mentre si moltiplica il numero dei disperati che tenta di raggiungere le coste inglesi attraversando la Manica su imbarcazioni di fortuna, l'esecutivo non riesce a fare un passo per rimandarli indietro. L'accordo stipulato dal ministro degli Interni Priti Patel con il Paese africano - che prevedeva di inviare in Ruanda i richiedenti asilo in attesa di una risposta sulla loro pratica - continua a naufragare travolto dalle sentenze dei tribunali. E al momento neppure uno dei clandestini è mai stato estradato. Già lo scorso dicembre l'Alta Corte aveva dichiarato illegittimo il progetto, ma il governo aveva presentato ricorso in appello e in aprile aveva avuto modo di spiegare le proprie ragioni in quattro giorni di udienze. Ieri, la decisione definitiva della Corte d'appello che in pratica conferma il giudizio dell'Alta Corte. In base alle gravi lacune esistenti nel sistema di accoglienza dei rifugiati ruandese, i giudici hanno ritenuto che esistesse un rischio reale per i clandestini di venir rimandati nel loro paese d'origine, dove avrebbero dovuto affrontare persecuzioni e subire trattamenti inumani. La sentenza conclude che il Ruanda «non è un Paese terzo sicuro» anche se concede che le garanzie offerte dal suo governo sono state date in buona fede. Per il Premier Rishi Sunak, già in crisi di consensi, è un pugno nello stomaco. «Pur rispettando il giudizio della Corte, non sono d'accordo con le sue conclusioni - ha dichiarato ieri -credo fermamente che il governo del Ruanda abbia presentato tutte le garanzie necessarie ad assicurare che non esiste alcun rischio per i richiedenti asilo». «La politica del nostro governo è semplice - ha poi aggiunto Sunak - sono questo Paese e il suo governo a decidere chi può venire qui, non le gang criminali. E io sono determinato a fare tutto ciò che è necessario perché questo avvenga». Sulla stessa linea anche il ministro degli Interni Braverman, che si è detta delusa dalla sentenza. «Il popolo britannico vuole che le barche vengano fermate e così vuole anche il governo. Non farò nemmeno un passo indietro», ha dichiarato seccamente. La legge anti immigrazione clandestina è già arrivata in Parlamento, ma la sua messa in pratica viene ora bloccata dal tribunale come già si augurava l'opposizione. Il ministro degli Interni ombra laburista, Yvette Cooper aveva sempre considerato lo schema «non percorribile e non etico». Immediato anche il commento alla sentenza del governo ruandese.

«Anche se questa è una decisione che spetta al sistema giudiziario britannico, dissentiamo sul fatto che il Ruanda non sia un Paese sicuro per i rifugiati - ha detto ieri un portavoce del governo - il nostro è uno dei Paesi più sicuri al mondo e noi rimaniamo decisi a far funzionare questo accordo di collaborazione ». All'esecutivo inglese intanto ora non rimane che chiedere l'autorizzazione a ricorrere in appello e rivolgersi alla Corte Suprema.

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