Forse mai come oggi l'Italia è diventata un problema internazionale. Dall'estero guardano con stupore (e preoccupazione) alla crisi di governo italiana innescata dal Movimento 5 Stelle. Da Bbc, a Bloomberg per arrivare al New York Times tutti danno risalto alle dimissioni del premier Mario Draghi. E i mercati, già prima dell'annuncio ufficiale, hanno fatto vedere quanto poco gradissero un potenziale addio anzitempo di Draghi da Palazzo Chigi: lo spread tra Btp italiani e Bund tedesch, infatti, ieri è ritornato a 223 punti base, il rendimento del decennale italiano è arrivato al 3,41% (dal 3,24% di martedì). Piazza Affari si è inabissata del 3,4% ed è stata la peggiore in Europa.
È il prezzo dell'incertezza in un periodo già segnato da emergenze come la guerra in Ucraina e l'inflazione che erode il potere d'acquisto delle famiglie. Questa volta, però, l'instabilità italiana irrompe su un'Unione europea già piagata da una crescita economica in rallentamento e che rischia di perdere uno dei suoi leader più rappresentativi. Già perché Draghi non è solo uno degli italiani più autorevoli sulla scena internazionale, ma anche un leader di peso da affiancare al francese Emmanuel Macron e al tedesco Olaf Scholz nella delicata partita geopolitica con la Russia.
Bloomberg ha dedicato molto spazio alla crisi di governo italiana, che è legata da vicino anche alla sua stabilità finanziaria. Una crisi finanziaria dell'Italia, terza economia dell'Eurozona e paese fondatore dell'Unione europea, potrebbe infatti diventare un problema per tutti gli altri. Tutto questo avviene mentre la Banca centrale europea, il prossimo 21 luglio, si appresta a iniziare un percorso di rialzo dei tassi d'interesse per controllare l'inflazione (che secondo le ultime stime della Commissione europea raggiungerà il 7,6% nel 2022).
Gli esperti del centro studi Bloomberg economics prevedono tre possibili scenari di crisi per corposo debito italiano, al 153,5% del Pil nel 2021. Il primo è che l'atteso scudo anti spread della Bce, atteso per il prossimo meeting, alla fine si riveli deludente per l'ostruzionismo dei falchi del board Bce, capeggiati dalla Germania, che vorrebbero uno strumento legato a condizioni. Allo stesso modo, è considerata un rischio una politica di rialzo dei tassi d'interesse troppo aggressiva. Anche una spinta del 3% ai tassi, sottolineano gli analisti, potrebbe mettere il debito italiano su un «sentiero esplosivo» perché i costi finanziari diventerebbero difficili da sostenere. Infine, da Bloomberg vedono come un rischio l'instabilità politica e l'avvento di un governo più conflittuale con l'Unione europea.
A giocare a favore dell'Italia, invece, c'è la struttura del suo debito, con la scadenza media delle sue obbligazioni al di sopra dei 7 anni.
Rimane che, per la dimensione della sua economia, è fondamentale che l'Italia rimanga a galla anche per garantire un futuro all'euro, che già vive un momento di debolezza nei confronti del dollaro (ieri il cambio ha chiuso a 1,002 dollari, dopo essere sceso al di sotto nei giorni precedenti come non accadeva dal 2002).
Motivo per cui, anche dall'Europa, arriva un appello all'Italia a non sfasciare il governo prima della sua scadenza naturale.
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