Il dibattito politico è ormai monopolizzato dal tema immigrazione, dall'autorizzazione a procedere contro Salvini e dai dissidi quotidiani tra i dioscuri della maggioranza. Mentre è passato sotto silenzio lo scellerato accordo trovato da Lega e Cinque Stelle sulla proposta di legge che, ove approvata, obbligherebbe gli esercizi commerciali a chiudere 26 domeniche l'anno e durante tutte le festività.
Anche in questo caso i grillini (con l'inaspettato lasciapassare dei leghisti) non si smentiscono, portando all'attenzione del Parlamento una misura profondamente illiberale, anti sviluppo ed anti impresa. Ancora una volta vediamo prevalere una concezione statalista, di stampo sovietico, per cui è lo Stato e non il libero mercato, a decidere della vita e del destino delle imprese e dei consumatori. Una misura che, oltre a colpire il tessuto produttivo italiano, finirà per avere un impatto negativo anche sull'occupazione, già a livelli negativi nel nostro Paese a causa delle politiche assurde di questo Governo (si veda il Decreto Dignità), costringendo migliaia dei nostri giovani - disposti a lavorare anche di domenica per integrare le loro entrate - a restare a casa allargando la platea dei disoccupati. Una misura che ancora una volta favorisce le grandi lobby del commercio online (Rousseau ne sa qualcosa?).
Ma tutto ha una sua logica, per quanto perversa, nella politica economica dei nostri governanti. Si mira a creare un popolo di disoccupati, aventi i requisiti per richiedere il reddito di cittadinanza e dunque in prospettiva potenziali elettori dei Cinque stelle. Dopo una legge di bilancio incentrata su puro assistenzialismo e nuove tasse sulle imprese, dopo il deleterio decreto Dignità che ha inciso negativamente su migliaia di posti di lavoro, dopo lo stop alla Tav, dopo averci fatto entrare tecnicamente in recessione, arriva un'altra misura finalizzata a realizzare quell'obiettivo di decrescita felice che rappresenta l'oggetto sociale del movimento pentastellato.
Noi di Forza Italia rappresentiamo l'Italia liberale, quell' «altra Italia» silenziosa che lavora, muove il mercato e crea ricchezza, non potremo assistere passivamente e silenti a questa ennesima pagina liberticida targata 5 stelle e dovremo opporci drasticamente alla sua approvazione. Confidiamo in uno scatto d'orgoglio da parte degli amici della Lega che, in virtù del mandato che hanno ricevuto alle ultime elezioni politiche, dovrebbero evitare di delegare ancora una volta ai grillini le scelte di politica economica e agire per tutelare e difendere la voce dei ceti produttivi (specie del Nord) che, come dimostrano i reiterati allarmi lanciati da tutte le categorie, chiedono ben altro: sviluppo, infrastrutture, riduzione delle tasse, sburocratizzazione , giustizia veloce ed efficiente, occupazione, modernità.
Uniamoci per salvare la libertà, diamo vita ad un fronte comune per salvare l'Italia da questi pericolosi incompetenti, buoni a nulla ma capaci di tutto. Fermiamo questa gioiosa macchina da guerra veterocomunista e illiberale. Facciamolo, prima che sia troppo tardi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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