Finkielkraut è un filosofo liberale, la cui affezione per la sua ebraicità, per Israele e per il mondo della giustizia sociale sono sempre andati insieme. È una bella sfida: il movimento dei gilet gialli pretende di far parte del movimento in lotta contro la burocrazia, l'ingiustizia economica, l'élite ladra. È un movimento di popolo quella banda di mostri antisemiti che gli si è rovesciata addosso urlando «sporco ebreo» e «sionista di m...» e berciando che la Francia non è degli ebrei ma dei francesi, e così Finkielkraut ha una faccia oltre che dispiaciuta anche piuttosto imbarazzata.
Il movimento di popolo in Europa ha sempre attratto gli intellettuali e i politici, anche il più feroce, nazista, comunista, terrorista. Lo dice anche Hanna Arendt. Questi stessi gilet gialli sono stati visitati il 5 febbraio da Di Maio e da Di Battista in uno slancio di solidarietà internazionale: eppure lo sapevano che questo movimento che sfascia e odia, aveva anche gridato nelle piazze «Macron, sei la puttana degli ebrei», «Ebrei attenti avete abbassato le tasse ai ricchi», «la Francia muore di fame e gli ebrei accendono le luci di Chanucca», «Macron=Zion» nel Paese che ha mandato a morire i suoi ebrei coi loro bambini per ordine di Petain. In un anno crescevano del 74% gli incidenti antisemiti. I gilet gialli sono la somma movimentista dell'antisemitismo, come il Labour di Corbyn lo è in Inghilterra.
Robert Wistrich, il migliore di tutti gli storici dell'antisemitismo, scrisse un pezzo di testimonianza stupefatta a come le élite francesi commentassero con un'alzata di spalle snobistica, una levata di sopracciglia fiolosofica, una boccuccia stupita, gli attacchi sanguinosi del 2014 e '15 alle sinagoghe di Parigi. Il comico Dieudonné seguita a dare di nazista a Israele nel plauso generale; gli assassini islamici di Ilan Halimi non furono trovati perché la mentalità liberal rifiutava di cercarli nelle banlieu. Oggi si rifiuta di cercare l'antisemitismo nei movimenti populisti, o inconsciamente si associano i propri sentimenti per gli ebrei ai loro, come ha fatto forse M5s.
No, non è bello respingere gli impulsi antisemiti che provengono da folle in marcia mentre pretendono di migliorare la società; o fare muro a quelli in lotta per una società migliore e che sulla strada contano di incenerire un paio di ebrei e di distruggere il loro Stato.
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