Sono bastate 48 ore per capire che uno dei fronti caldi su cui si confronterà la maggioranza a settembre sarà la riforma della custodia cautelare. Tema politicamente incandescente per due ordini di ragioni. La prima è che con l'emergenza carceri ormai non più rinviabile è evidentemente uno di quegli interventi che possono alleggerire il sovraffollamento. La seconda ragione, invece, è tutta politica. Perché nella maggioranza ci sono sensibilità diverse, con Forza e Italia che spinge con decisione sul punto, come anche - con sfumature diverse - la Lega. Ben più prudente, invece, la posizione di Fratelli d'Italia, con la premier che nel faccia a faccia dei giorni scorsi con il ministro della Giustizia Carlo Nordio avrebbe sottolineato la necessità di «conciliare la non colpevolezza dell'indagato con le esigenze di sicurezza». Di certo, tutto vuole Meloni fuorché approvare provvedimenti che possano essere percepiti come indulti mascherati. Anche per questo, per valutare con attenzione pro e contro, si è deciso di rimandare a dopo la pausa estiva il confronto interno alla maggioranza.
Con una disponibilità di massima, riferiscono fonti parlamentari di Fratelli d'Italia, a modificare il regime della carcerazione preventiva, che coinvolge oltre il 20% del totale dei detenuti (che non ha subito una condanna definitiva). I paletti su cui stanno ragionando Meloni e il sottosegretario alla Giustizia Andrea Del Mastro sarebbero piuttosto stringenti: no allo stop alla carcerazione preventiva per i colletti bianchi (perché sarebbe uno scudo mascherato), dubbi sull'inserimento degli spacciatori (reato di allarme sociale) e sulla cancellazione della reiterazione del reato fra i presupposti della custodia cautelare. Posizione, quest'ultima, su cui Forza Italia ha una linea decisamente più possibilista. Tanto che qualche settimana fa, il capogruppo in commissione Giustizia alla Camera, Tommaso Calderone, ha proposto di intervenire sul carcere preventivo proprio introducendo strumenti più stringenti per la verifica dell'effettiva sussistenza e permanenza del rischio reiterazione con il trascorrere del tempo.
Di certo, però, se Fratelli d'Italia immagina un intervento minimal, Forza Italia ne auspica uno ben più corposo, tanto che non nasconde dubbi sul dl Carceri licenziato 48 ore fa e considerato troppo soft. E pure la Lega, per bocca della presidente della Commissione Giustizia Giulia Bongiorno, ha segnalato «la necessità di una riforma della custodia cautelare», un intervento che «inciderebbe ovviamente anche sulla popolazione carceraria».
Sul fronte carceri, peraltro, a settembre sarà focalizzata anche l'attenzione del Quirinale, visto che è stato proprio il capo dello Stato a porre l'attenzione sull'emergenza in corso parlando di situazione «indecorosa» per un Paese civile».
E proprio ieri, a testimonianza di quanto il tema stia a cuore a Forza Italia, è approdata in Sardegna l'iniziativa nazionale azzurra voluta dal vicepremier Antonio Tajani che prevede una serie di
visite nelle carceri italiane da parte di parlamentari e consiglieri regionali. Ieri mattina è toccato ai deputati sardi Ugo Cappellacci e Pietro Pittalis, che sono andati alla casa circondariale Ettore Scalas di Cagliari.
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