A volte seguire il denaro non basta. Meglio seguire il vento. Quello che spettinava i capelli di Marella Caracciolo Agnelli, tutte le volte che faceva decollare il suo elicottero dai prati di Villa Frescot. Per la famiglia la casa preferita dell'Avvocato, sui colli torinesi. Per gli estimatori il gioiello di architettura tra castagni, frutteti e giardini di lavanda, e per tutti la Buckingham Palace italiana dove si incontravano gli uomini e le donne più potenti del pianeta. Follow the flight, dunque. Segui i voli. Quante volte si spostava la vedova di Gianni Agnelli, a bordo del suo velivolo privato, e da dove decollava? Le testimonianze del personale di servizio da parte del Nucleo Pef della Guardia di Finanza, guidato dal colonnello Alessandro Langella, andate avanti per tutta la giornata di venerdì, hanno dato un «quadro indicativo» sulla presenza o meno di Marella in Italia. Altri due dipendenti saranno sentiti la prossima settimana.
Nel frattempo gli investigatori passeranno al setaccio i documenti. Mole di documenti. E gli spostamenti, che insieme ad altri possono costituire delle prove schiaccianti di quanto una persona si muova o meno da casa propria. Soprattutto se ricchissima, e in condizioni di salute non ottimali vista anche l'età. Certo, le indagini se vogliono arrivare da qualche parte (e cioè a delle condanne, e al recupero dei soldi) devono muoversi spedite. Entro il 2030 - se si calcola che le condotte sono del 2018 - tutto potrebbe essere già prescritto. In ogni caso si parte da un periodo preciso, per poi andare, eventualmente, a ritroso nel tempo. Secondo l'ipotesi dell'accusa - mancando nelle dichiarazioni circa 8 milioni di versamenti da Margherita a Marella - sussisterebbe un danno per il fisco, calcolato in circa 3,8 milioni di euro di tasse. E al di là degli aspetti penali su cui il presidente di Stellantis ha già schierato i suoi migliori avvocati (Eugenio Barcellona e Claudio Re), sul versante amministrativo l'Agenzia delle Entrate è ancora in tempo per fare delle contestazioni. E cioè rivalersi sugli eredi delle mancate entrate. Non solo eventualmente John, Lapo e Ginevra, ma anche - come ipotizza qualcuno - la stessa autrice dell'esposto Margherita Agnelli (in quanto figlia) potrebbe essere costretta a sborsare lei stessa dei denari.
Se gli accordi fatti dopo la morte dell'avvocato venissero dichiarati nulli, compresi quei patti successori firmati in Svizzera (è l'obiettivo), le carte sarebbero rimescolate. Naturale che poi i pm torinesi, con il procuratore aggiunto Marco Gianoglio, vogliano poi estendere le verifiche non solo agli anni precedenti al 2019, ma anche a tutti i beni e denari che potrebbero essere, è una ipotesi, stati sottratti al fisco. I magistrati - che indagano per frode fiscale - contestano ai tre indagati condotte volte a falsificare le suddette dichiarazioni. Come? L'erede John Elkann avrebbe creato le condizioni, accollandosi le spese per il personale della residenza in Svizzera della madre. Al commercialista Gianluca Ferrero e al notaio svizzero Urs Von Grunigen l'esecuzione e la controfirma delle dichiarazioni infedeli.
Anche le acquisizioni di documenti nelle fiduciarie torinesi potranno essere utili ad analizzare anche i flussi di denaro esteri. Da sempre Margherita è convinta dell'esistenza di conti esteri in paradisi fiscali sui cui transita ancora l'eredità di Gianni. La guerra che dura da vent'anni potrebbe arrivare alla resa dei conti.
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