Il nuovo asse Di Maio-Dibba inciampa sul caso De Falco

Le vacanze di Natale a Moena in stile "yuppies" dei due leader

Il nuovo asse Di Maio-Dibba inciampa sul caso De Falco

A vederli, davanti all'obiettivo della diretta Facebook di fine anno, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista sembrano due tipici yuppies degli anni '80. Ma anche il capodanno in Trentino, per la precisione Moena, dei dioscuri del M5s nasconde le sue insidie. Proprio come nel più classico dei cinepanettoni, c'è sempre qualcosa a perturbare l'atmosfera idilliaca della festa.

La rimpatriata dei gemelli grillini, infatti, è arrivata in contemporanea alle prime espulsioni dopo il trionfo del 4 marzo. La decisione del collegio dei probiviri ha sorpreso i senatori Gregorio De Falco e Saverio De Bonis mentre si apprestavano a salutare con un brindisi il 2018 che ha regalato loro il passepartout per i palazzi della politica. Stessa sorte per gli eurodeputati Giulia Moi e Marco Valli. Il senatore barese Lello Ciampolillo se l'è cavata con un richiamo e i colleghi Virginia La Mura e Matteo Mantero sono stati archiviati. «I procedimenti disciplinari sono ancora pendenti» per le senatrici Elena Fattori e Paola Nugnes.

Nell'annunciato video di capodanno, brevissimo, Di Maio e Di Battista non hanno fatto riferimenti alle espulsioni. «Vi auguro per il 2019 di fare le cose che più vi piacciono e vi rendono felici», ha detto Di Maio. E Di Battista: «Come vedete siamo in un luogo segretissimo. Anche io vi auguro di fare le cose con passione. Sono contento di vedere Luigi dopo sette mesi. Tanti auguri di buon anno a tutti, un grande abbraccio».

Il succo politico è tutto concentrato in un messaggio, anticipato la sera della vigilia: «Vi regaleremo una bella legge per tagliare gli stipendi a tutti i parlamentari della Repubblica», ha strombazzato Di Maio. Attaccando quella «classe di italiani privilegiati che si è opposta al cambiamento e che ci sta combattendo». Nel mirino ci sono «quei signori che godevano di quei diritti di cui non dovevano godere». Di Battista si limita ad annuire, ma è fin troppo chiaro che con il suo arrivo il M5s ha rispolverato la comunicazione battagliera delle origini. Il taglio degli sprechi della «casta» e la difesa dell'ambiente, a quanto filtra, saranno i due temi - chiave su cui ruoterà la campagna per le europee di maggio.

Il controcanto ai proclami dalle piste di sci è offerto dai «dissidenti». Il comandante De Falco scrive: «Nonostante il provvedimento severo adottato nei miei confronti, sono stato circondato da affetto e numerosi consensi che mi spronano a continuare su questa strada, coerente con i principi fondanti e le finalità del Movimento». De Bonis parla della vecchia condanna emessa ai suoi danni dalla Corte dei Conti nel 2015: «Sono stato espulso per vicende legate a fatti che risalgono a 12 anni fa, pur avendo prodotto all'atto dell'accettazione della candidatura i miei certificati penali che risultavano puliti», infine lascia intendere di volersi dimettere da parlamentare.

Paola Nugnes scrive un lungo e deluso post: «Mi sono svegliata con questo pensiero (e sì mi hanno rovinato il Capodanno, che dire) e se mi fossi sbagliata io? - esordisce e poi conclude - perché non mi hanno chiamata e non mi hanno detto, prima, "che dici, uno vale uno, nessun capo, nessun partito? La democrazia diretta? No, ti sei sbagliata, ti sei

fatta un sogno"?». L'europarlamentare Giulia Moi pubblica la discussa foto di Di Maio con il fratello del boss di Camorra pentito e tira in ballo Casaleggio senior: «Assieme a Gianroberto è scomparso anche il Movimento».

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