Ragusa. C'è odore di lockdown in Sicilia. Ai siciliani restano 10 giorni per scongiurare la misura restrittiva annunciata dal presidente della Regione, Nello Musumeci, facendo scendere il numero dei contagi adottando comportamenti responsabili. Nell'isola sono in atto già misure più restrittive rispetto a quelle dell'ultimo dpcm, ma secondo il governatore siciliano i cittadini non stanno percependo seriamente il pericolo, «non hanno capito la gravità del momento». E incalza: «Siamo molto allarmati. Basta guardare le foto e i filmati per rendersi conto dell'indisciplina di una minoranza di cittadini». Seppure molti rispettano le misure adottate, nell'isola appare comunque tangibile la percezione di un timore meno intenso che durante la prima ondata di Covid19 che, pure, dispensò la Sicilia, scalfendola sì, ma non danneggiandola tanto quanto potrebbero farlo i numeri odierni se le cose non cambieranno. Per questo Musumeci, che si dice preoccupato, ribadisce: «Se il contagio non dovesse abbassarsi alla fine del mese adotteremo ulteriori misure restrittive d'intesa con il governo nazionale e non escludo che si possa arrivare ad un lockdown come quello della scorsa primavera. Il diritto alla vita è prioritario».
Non tutti concordano, e nei giorni scorsi, numeri alla mano, il sindaco di Modica (Ragusa), Ignazio Abbate, ha scritto a Musumeci e all'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, per chiedere di dichiarare la provincia di Ragusa se non zona gialla almeno arancione, parlando di un -70% di positivi dal 30 novembre (2.306) a qualche giorno fa (745) e di un -75% di ricoverati che sono passati da 100, di cui 17 in terapia intensiva a fine novembre, a 28 di cui 7 in terapia intensiva. «È palese che i danni che la zona rossa provocherà alle famiglie e alle aziende non sono assolutamente giustificabili dalla situazione epidemiologica attuale ha scritto Abbate - Chiediamo un atto di responsabilità che porti a rivedere la colorazione del territorio ibleo anche per dare il giusto riconoscimento ai cittadini iblei che hanno dato dimostrazione di grande senso di responsabilità e civico partecipando oltre ogni aspettativa agli screening di massa». Ma la Regione non la pensa allo stesso modo neanche per la sola Modica dove ritiene che «nei 14 giorni presi in esame l'incidenza dei casi è stata di due volte superiore al limite indicato dalle linee guida nazionali come parametro di sicurezza per il contact tracing».
Il bollettino ufficiale di ieri parla di 1.230 nuovi positivi nell'isola nelle ultime 24 ore, con 28 morti, dato che fa salire il numero di vittime totali a 3.129. Ci sono 221 ricoverati in terapia intensiva (+6), ma scende il numero dei ricoverati con sintomi dai 1.459 di mercoledì a 1.436. I contagiati in tutto sono 46.898, di cui 45.241 in isolamento domiciliare e la percentuale di positività totale è dell'8,2 e scende a 5,69 nelle ultime 24 ore. La provincia con più casi è Catania con 36.
014 contagiati da inizio pandemia (248 nuovi casi), seguono Palermo con 34.465 (459), Messina con 16.198 (127), Trapani con 8.880 (112), Siracusa: 8.488 (68), Ragusa: 7.738 (36), Caltanissetta: 5.673 (104), Agrigento: 4.951 (41) ed Enna: 3.957 (35).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.