Non si placa lo scontro a distanza tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi, che continuano ad animare il dibattito politico senza risparmiare frecciatine e offensive l'uno all'indirizzo dell'altro. Da tempo entrambi nutrono un reciproco senso di intolleranza politica: per l'avvocato è risultata indigesta la mossa del senatore di Rignano, che nel gennaio del 2021 ha aperto una crisi di governo e ha contribuito a sostituire a Palazzo Chigi l'ex premier gialloverde con l'attuale presidente Mario Draghi.
L'attacco di Conte
Nelle ultime ore all'attacco è andato Conte, che non ha usato mezzi termini per escludere di fatto Renzi dall'alleanza giallorossa. Il leader del Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni politiche vorrebbe presentarsi unito con il Partito democratico di Enrico Letta, che a sua volta vorrebbe allargare il campo anche alle altre forze progressiste. I nomi di Matteo Renzi e Carlo Calenda (Azione) però non trovano il gradimento del presidente del M5S, che ha colto l'occasione per ribadire la propria posizione.
Conte, intervenuto al forum Ansa, ha dichiarato che l'alleanza "deve essere competitiva e non deve chiudersi in sè stessa e aprirsi alle forze sane del Paese". Una sottolineatura a cui è seguito un attacco frontale, diretto proprio al suo avversario: "Non mi sembra che Renzi risponda a questi requisiti, anche avviluppato in questioni affaristiche". Porte chiuse pure nei confronti di Carlo Calenda, che quotidianamente prende le distanze dai grillini. "Così ci ha risolto il problema", è la battuta di Conte.
La replica di Renzi
Anche Matteo Renzi ha da sempre voluto rimarcare la differenza della propria cultura politica da quella dei 5 Stelle. Il leader di Italia Viva, intervistato ai microfoni di SkyTg24, ha definito Conte come "lo smemorato di Collegno". In effetti le giravolte dell'avvocato sono state molteplici in questi anni: è passato dall'essere presidente del Consiglio con la Lega al mantenere la poltrona di Palazzo Chigi con il Partito democratico. E poi, come se nulla fosse, il suo M5S continua a sostenere il governo guidato da Mario Draghi.
"È l'uomo che a inizio legislatura ha firmato con Salvini i decreti di Salvini sull'immigrazione, che andava all'Onu a dire che era sovranista, alla scuola della Lega a dire che era populista. Ha visto la malaparata e si è buttato a sinistra", ha infatti sottolineato Renzi per mettere in evidenza tutte le piroette di Conte.
Il leader del Movimento 5 Stelle si prepara alle nozze con il Pd, ma le dinamiche parlamentari e territoriali tra le due anime non promettono nulla di buono. Innanzitutto in occasione delle elezioni amministrative non sempre si è riusciti a siglare un'intesa con i dem.
Inoltre nel gruppo del Partito democratico inizia a serpeggiare il sospetto che Conte voglia sfilarsi dalla maggioranza e uscire dal governo. Nel frattempo Conte continua a mettere nel mirino il premier Draghi. Chissà se anche in questo caso farà dietrofont.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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