Il governo si spacca sul via libera, dal 27 dicembre 2021, all'obbligo del tampone (negativo) anche per vaccinati e guariti per partecipare a feste, cenone, teatri, musei, discoteche, stadi e grandi eventi. Un pezzo dell'esecutivo, Lega, Pd, Coraggio Italia, anche i ministri di Forza Italia e Pd, bolla la scelta di Draghi di imporre l'obbligo del tampone agli immunizzati «come «una resa ai no vax».
C'è un precedente. Fu il premier Draghi a insistere su un punto: il ricorso ai tamponi incentiva i no vax e rallenta la campagna vaccinale. Ora arriva la giravolta. E dunque, le resistenze nell'esecutivo sono forti. Il ministro della Cultura Dario Franceschini si oppone. Lo stop arriva anche da Matteo Salvini. Ecco l'asse inedito Pd-Lega contro Draghi. Tant'è che fonti del governo (ieri pomeriggio) confermano al Giornale come la decisione non sia stata ancora presa. È in atto in queste ore un vero e proprio scontro tra tecnici e partiti. Se proprio si deve arrivare a una stretta, per contenere la variante Omicron e l'impatto sulla curva delle feste di Natale, le forze politiche premono per altre strade: mascherine all'aperto, allargamento dell'obbligo vaccinale (da gennaio), pass per studenti. Il 23 dicembre il premier Draghi riunirà la cabina di regia per mettere nero su bianco le proposte. La bozza del nuovo provvedimento prevede l'obbligo del tampone per i grandi eventi, feste di piazza, discoteche, teatri, stadi e concerti a partire dal 27: decisione che punta a ridurre i contagi a ridosso del Capodanno. Altra ipotesi sul tavolo la reintroduzione dell'obbligo della mascherina all'aperto. Dal 2022 invece dovrebbe scattare l'obbligo vaccinale per alcune categorie di lavoratori. Si deciderà in cabina di regia. Dal fronte dell'opposizione Giorgia Meloni attacca: «Apprendiamo dalla stampa l'ennesima giravolta del governo dei migliori: dopo averci detto che i tamponi erano inutili, pare che l'esecutivo stia studiando una norma per renderli necessari per partecipare a feste ed eventi pubblici. Fratelli d'Italia, che al contrario ha sempre considerato i test uno strumento valido per il contrasto della pandemia, ha da tempo chiesto che questi fossero gratuiti. E se è vero che sui tamponi il governo ha cambiato di nuovo idea, ribadiamo la nostra richiesta: se sono utili, allora siano anche gratis per tutti i cittadini».
Franco Locatelli, coordinatore del Cts, non molla: «Per situazioni di assembramento, particolarmente in spazi chiusi, penso come esempio alle discoteche, aggiungere al super green pass anche l'esecuzione di un tampone nelle ore precedenti può sicuramente aiutare», dice in un'intervista al Corriere della Sera. Si oppone il sottosegretario alla Salute Andrea Costa: «Il super Green pass credo sia un elemento di sufficiente tutela. Mentre il tampone per i vaccinati diventerebbe difficile da gestire e attuare». Non c'è solo il fronte politico a opporsi alla giravolta di Draghi. Da ieri protestano anche le associazioni dello spettacolo: «Il possibile obbligo di tampone per gli spettatori di cinema e teatri hanno crea una forte preoccupazione nel settore. Giova ricordare in questa sede che chi partecipa ad attività culturali deve essere dotato di super green pass, misura da noi convintamente sostenuta, e utilizzare per tutto il tempo i dispositivi di protezione individuale. Il distanziamento nei luoghi di spettacolo è garantito da sedute inamovibili e da una gestione del pubblico fortemente controllata, come previsto dalle Linee Guida della Conferenza delle Regioni.
Aggiungere a ciò l'obbligo di un tampone, comporterebbe un fortissimo disincentivo alla partecipazione ed indebolirebbe lo strumento molto efficace del super green pass», scrive l'AGIS, l'Associazione Generale Italiana dello Spettacolo in una lettera inviata al premier Draghi.
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