Mancano ancora nove mesi alla scadenza del settennato del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, prevista il 3 febbraio del 2022, ma la politica è già in fibrillazione per la successione al Colle. Come riporta Marco Antonellis su Italia Oggi, sono tre i raggruppamenti in campo che stanno ragionando sulle possibili alleanze e sui nomi da mettere in campo. La compagine più attiva è quella composta dai parlamentari del Pd e del Movimento 5 Stelle, i quali puntano su una serie di nomi graditi a entrambi di partiti, come Walter Veltroni, Francesco Rutelli, Paolo Gentiloni, Dario Franceschini, David Sassoli e, molto più defilato, Giuseppe Conte. Non tutto il fonte è compatto però e qualcono cerca di porre un freno. “C'è un modo molto semplice per ringraziare davvero Mattarella – ha affermato il vicesegretario del Pd Giuseppe Provenzano – non aprire con otto mesi d'anticipo il toto Quirinale. Concertiamoci, come ha detto oggi Enrico Letta a Bruxelles, sugli investimenti per creare lavoro, facendo le riforme necessarie, come il fisco per l'equità sociale”.
Ma l’appello dell’esponente dei democrat sembra destinato a rimanere inascoltato. Un altro fronte, sempre legato al doppio filo con il Partito democratico vede protagonista il leader di Italia Viva Matteo Renzi, il quale sta lavorando da tempo per ricompattare il centrodestra su un nome gradito. Individuata anche la figura che accontenterebbe tutti: l’ex presidente della Camera dei Deputati Pier Ferdinando Casini, sul quale successivamente potrebbe convergere anche parte del Pd. In questo quadro frastagliato, comunque, l’attuale presidente Mattarella non perde occasione per ribadire la sua contrarietà alla rielezione al Quirinale. Lo fa con i suoi modi, garbati e signorili, ma più volte ha ribadito che la sua esperienza al Colle finisce l’anno prossimo.
L’ultima volta lo ha ricordato ieri agli alunni di una scuola romana. “Sono vecchio – ha detto – tra qualche mese potrò riposarmi”. In precedenza, aveva dichiarato agli studenti dell’Università di Brescia che si accingeva a terminare “gli ultimi mesi di presidenza”. In passato, Mattarella è stato sempre chiaro. Ha espressamente parlato del suo ultimo anno al Colle anche in occasione del discorso di fine anno e alla cerimonia di celebrazione dei 130 anni della nascita di Antonio Segni. “Mattarella va ringraziato per il grande lavoro che ha fatto in questi sette anni – ha commentato nel corso della registrazione di Porta a Porta, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà – in cui ha unito il Paese guidandoci in un momento difficile.
Poi non va tirato per la giacchetta, ma credo siamo un pò in anticipo per commentare e parlare del presidente della Repubblica. É giusto farlo a novembre o dicembre, in questo momento è meglio concentrarsi sulle prossime riforme”.
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