Fra i tremila volontari da tutto il mondo. "Per noi la parola fatica è la parola impegno"

Il 60% di coloro che collaborano al Meeting ha meno di 30 anni. In cinquecento partecipano alla costruzione dei padiglioni

Fra i tremila volontari da tutto il mondo. "Per noi la parola fatica è la parola impegno"
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Da sempre sono i pilastri su cui si regge l'organizzazione del Meeting di Rimini. Sono loro il volto giovane e meno giovane dell'evento, i «testimonial» sconosciuti ma immediatamente riconoscibili, il cuore pulsante e la forza motrice di un appuntamento che oltre a essere una grande piattaforma di dialogo e di confronto, è anche una sfida organizzativa che si rinnova anno dopo anno e richiama a Rimini personalità politiche e spirituali, esperti, imprenditori, giornalisti (quest'anno sono 450 i relatori invitati), oltre a centinaia di migliaia di visitatori, che siano semplici curiosi o membri del movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione. Sono circa 3.000 i volontari al lavoro in questa 45esima edizione, di cui 70 impegnati per il fundraising a sostegno del Meeting. Il 60% ha meno di 30 anni. Circa 500 di loro hanno partecipato al pre-Meeting, ovvero alla costruzione e alla preparazione dei Padiglioni. Tra questi gli aspiranti pittori o scultori provenienti dall'Accademia delle Belle Arti di Brera o gli studenti di architettura del Politecnico che hanno lavorato alla realizzazione delle scenografie e dei murales delle mostre. Lo hanno fatto e lo stanno facendo affrontando la fatica e il grande caldo sempre con il sorriso con le labbra, contenti di un lavoro che non è solo realizzazione di spazi, assistenza agli ospiti, vigilanza, raccolta rifiuti, babysitting, gestione di un parcheggio, servizio ai tavoli, ma è anche e soprattutto «costruzione della persona», segno di appartenenza a una comunità, oltre naturalmente a un modo per imparare un mestiere e vivere una esperienza diversa, importante, formativa, a contatto con un grande evento. «Vivere il Meeting dall'interno e farlo qui, magari accanto ai propri amici o a persone che si incontrano di nuovo a distanza di un anno, consolidando un rapporto, aiuta a vivere questa esperienza in maniera più intensa e più bella. Nonostante il caldo, ci sosteniamo uno con l'altro», racconta una ragazza. E un volontario adulto, parlando alle telecamere di IcaroTv, spiega in maniera compiuta lo spirito con cui queste persone affrontano in un'ottica di servizio l'esperienza del Meeting. «Parlando con i giovani dico sempre che bisogna sostituire la parola fatica con la parola impegno perché la fatica emerge sempre quando non hai presente il senso di ciò stai vivendo».

«I volontari sono la forza e l'anima di questa manifestazione», dice - al Resto del Carlino - Emilia Guarnieri Smurro, che è stata per decenni presidente della kermesse di Cl e ha fatto per oltre 40 anni la volontaria, «dalla prima edizione fino al 2020». I volontari arrivano da tutto il mondo: dal Brasile come dall'Armenia, ma le nazioni più rappresentate sono Svizzera, Spagna e Portogallo. Sono 110 i diversi tipi di mansioni svolte dai volontari, dai parcheggi alla custodia delle sale, senza dimenticare i 13 «spicciolai», incaricati di rifornire di monetine le 142 casse del Meeting. Ci sono ragazzi di 16 anni, ma anche tanti decani, gli Over 70 che frequentano il Meeting da sempre e vivono l'evento con rinnovata passione.

Molti hanno raccolto il testimone dai genitori che hanno vissuto la stessa esperienza e hanno consigliato loro di provare, di vivere il Meeting dall'interno e sperimentare la dimensione del servizio agli altri. Per lavorare insieme, divertirsi lavorando e donare il proprio tempo alla crescita di un evento da cui uscire arricchiti.

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