"Imbarazzante", "Se ci fossero i partigiani...". L'Anpi spacca pure la sinistra

Stretto tra Anpi, Canfora e Vauro, il centrosinistra italiano critica i partigiani e prende le distanze dall'ala più radicale

"Imbarazzante", "Se ci fossero i partigiani...". L'Anpi spacca pure la sinistra

“I partigiani di un tempo metterebbero in riga tutti questi…”. Le prese di posizione del presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo contro l’invio di armi all’Ucraina scuotono ancora la sinistra italiana.

Il Pd, il più grande partito di centrosinistra presente in Parlamento, ha votato per aiutare anche militarmente Kiev a difendersi dall’invasione della Russia. Un voto che, a dispetto di quel che afferma l’Anpi, viene fortemente rivendicato dai parlamentari democratici, convinti del fatto che non si possa essere equidistanti. Tra un aggressore (la Russia) e un aggredito (l’Ucraina), non si può stare né affianco del primo né in posizione di terzietà. “L’Anpi, dimentica che la Resistenza teneva insieme liberali e comunisti contro obiettivo comune: cacciare l’invasore”, ci dice una deputata piddina che, per potersi esprimere liberamente, preferisce restare anonima. Chi, invece, non ha paura di esporsi è la senatrice renziana Raffaelle Paita: “I veri partigiani non avrebbero dubbi da che parte stare. Dalla parte del popolo ucraino che sta lottando per la libertà di tutti noi”.

Il costituzionalista Stefano Ceccanti, ricorda, invece, che l’Ucraina sta sta solo esercitando il diritto, riconosciuto anche dalla Carta dell’Onu, alla legittima difesa. Un diritto “che – spiega il deputato dem - dovremmo particolarmente apprezzare come cittadini di un Paese che ha dato al mondo una canzone come ‘Bella ciao’ che inizia con la frase ‘Una mattina mi son svegliato e ho trovato l’invasor’”. Neppure la deputata Alessia Rotta nutre dubbi: “Inviare degli aiuti al popolo ucraino fa parte del pacifismo. Si ottiene la pace naturalmente con le trattative diplomatiche, ma anche aiutando chi è aggredito”. La senatrice Valeria Fedeli, invece, invita a distinguere le varie posizioni presenti all’interno dell’Anpi: da una parte quella di Pagliarulo e dall’altra quella dell’ex presidente Smuraglia e degli associati di Bologna e di Milano che hanno scelto la “non equidistanza rispetto alla guerra”. Anche il senatore Andrea Marcucci si mostra assai critico verso Pagliarulo: “Credo che le sue ultime uscite, perlomeno 'ambigue', non rendano onore alla storia che dovrebbe rappresentare”.

Federico Fornaro, capogruppo di LeU alla Camera, difende l’associazione dei partigiani e dice: “Si possono non condividere le prese di posizione dell’Anpi, in particolare questa, ma denigrarla e attaccarla quotidianamente è inaccettabile”. Arturo Scotto, coordinatore nazionale di Articolo Uno, si dice stupito per le polemiche riguardanti un manifesto che convoca la manifestazione del 25 aprile dove campeggia “una scritta tanto esplicita quanto scontata: l’Italia ripudia la guerra”. Dentro il Pd, però, c’è anche chi sommessamente fa notare che “sarebbe bene citarlo per esteso l’articolo 11 della Costituzione”. Il deputato renziano Michele Anzaldi “con la tragedia Ucraina alle porte” ritiene “doveroso evitare le tradizionali polemiche sul 25 aprile” ma, per la prima volta, è la sinistra a dividersi sui partigiani. Scotto, però, non intende voltare le spalle all’Anpi e rinnoverà la tessera anche quest’anno, anno in cui “sono improvvisamente e incredibilmente annoverato nel partito di Putin”.

Ma il centrosinistra è scosso anche dal ‘caso Luciano Canfora’, il noto storico che ha definito Giorgia Meloni una “neo-nazista”. Sì, proprio il leader di Fratelli d’Italia con cui Enrico Letta, non perde occasione per confrontarsi pubblicamente e legittimarla come avversario politico. Anche in questo caso, la stigmatizzazione degli esponenti di centrosinistra è netta. “Sulle intollerabili dichiarazioni, peraltro ripetute, del professor Canfora, penso tutto il male possibile”, dice il senatore Marcucci. “Gli insulti rivolti da Canfora alla Meloni sono due volte inaccettabili: perché lei non è neonzista e con queste parole non si scherza perché offendono anche la posizione dell’Ucraina e del suo governo”, attacca il deputato dem Fausto Raciti.

“È una frase inaccettabile e assolutamente lontana anni luce dalla realtà”, conferma Fornaro di LeU. “Canfora è imbarazzante”, sentenzia la renziana Paita che definisce “inqualificabile” l’aggressione subìta dalla Meloni e annovera il noto storico in “quella schiera di cosiddetti intellettuali che stanno dando il peggio nel dibattito pubblico”. E, se la deputata Rotta respinge il termine neonazista e definisce Giorgia Meloni come “il leader di una forza di estrema destra”, la senatrice Fedeli non accetta “questo gioco di etichette” perché del leader di FdI “conosciamo la sua storia politica e le sue origini”. L’ex ministro dell’Istruzione è rimasta molto colpita anche dalla “pessima” vignetta di Vauro in cui Zelensky viene identificato “non come un presidente di una nazione, ma con un ebreo”.

“Disgustosa” è l’aggettivo usato dal collega Marcucci per questa vignetta “che ricalca il modo in cui la propaganda nazista ritraeva i banchieri ebrei”. Stretto tra Anpi, Canfora e Vauro, il centrosinistra italiano scopre di disprezzare una certa sinistra.

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