Cancel culture all'italiana, atto secondo. Dopo l'atto di vandalismo dello scorso giugno, quando a Milano venne presa di mira la statua di Indro Montanelli, imbrattata con della vernice viola, stavolta è toccato a quella di Gabriele D'Annunzio.
L'installazione dedicata al Vate e posta in Piazza della Borsa a Trieste è stata ricoperta di pittura, stavolta gialla, alle prime luci del mattino. Grazie all'intervento tempestivo della polizia locale la statua è stata ripulita dopo pochi minuti, ma la gravità del gesto resta la stessa. La rappresentazione di un D'Annunzio in versione lettore voluta dal Comune della città giuliana in occasione del centenario dell'Impresa di Fiume ha già vissuto una breve ma tormentata vita. Giò dopo l'inaugurazione, il sindaco Roberto Dipiazza dovette affrontare addirittura un caso diplomatico, viste le proteste non solo della comunità slovena, ma pure del sindaco di Fiume, Vojko Obersnel, che definì il poeta "un precursore dell’ideologia fascista", e dalla Croazia arrivarono delle rimostranze ufficiali anche all'ambasciatore italiano Adriano Chiodi Cianfarani, visto il pericolo di rovinare dei "rapporti di buon vicinato". Poco dopo, la statua finì nel mirino di ignoti che ruppero una bottiglia di vetro sul monumento, lasciandolo ricoperto di cocci.
Stavolta, però, il vicesindaco Paolo Polidori è sicuro di riuscire a perseguire i responsabili: “Vergognosamente imbrattata di vernice la statua di D’Annunzio in piazza della Borsa – ha scritto in un post sui social - Ma grazie alle telecamere prenderemo questi farabutti. Già intervenuta la squadra mobile della Polizia Locale ha attivato la ditta per la pulizia”.
E in effetti poco dopo è stato diffuso il filmato che ritrae un uomo incappucciato che versa un secchio di vernice sul monumento, e subito dopo una donna che si allontana con lui.
Per forma e sostanza dell'atto di vandalismo, si tratta di un riverbero della "cancel culture" di stampo aglosassone, la prassi cioè di decapitale, imbrattare, cancellare dai libri di storia profili di politici, intellettuali, filosofi tacciati di razzismo, misoginia, omofobia, fascismo etc. Fortunatamente per ora l'Italia è stata toccata in modo marginale dal fenomeno.
Ma esistono e continueranno ad esistere dei presidi che ciclicamente sono destinati a finire nel mirino di qualche esaltato.A D'Annunzio, comunque, il pensiero di risultare ancora controverso a oltre 80 anni dalla morte non dispiacerà di certo.
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