Il salo della bilancia commerciale dell'Italia, «negativo da dicembre 2021, torna positivo a novembre». Lo ha certificato l'Istat negli ultimi dati sul commercio estero. Il saldo è positivo di 1.445 milioni. Il deficit energetico (-8.456 milioni) è più ampio rispetto a un anno prima (-5.777 milioni) ma l'avanzo nell'interscambio di prodotti non energetici, pari a 9.901 milioni, è elevato e in forte aumento rispetto al novembre 2021 (7.976 milioni), precrisi energetica. Iniziata a fine '21 e poi esplosa con la guerra in Ucraina.
Nei dettagli diffusi dall'Istituto di statistica si colgono gli elementi di questo dato, tre più di altri: il primo è il peso della cantieristica, al netto della quale il surplus cala da 3,9 a 1,5. E basta una grande nave per spostare i numeri dell'export di periodo. La cantieristica navale resta comunque un fiore all'ochiello italiano anche per il futuro. Il secondo è il peso dell'exoprt in Usa, che segnano un +31% legato anche alla svalutazione dell'euro sul dollaro, peraltro oggi meno marcata di qualche mese fa. Infine si registra la felssione nell'import energetico.
Per determinare se il dato di novembre segnali o meno un'inversione di tendenza bisognerà però aspettare i prossimi mesi, quando le imprese esauriranno la capacità utilizzare cig o ferie come
ammortizzatori del caro energia. C'è l'allarme dell'ultimo brutto dato sulla produzione industriale. In ogni caso la bilancia commerciale tornata positica segnale un'indubbia capacità di reazione e vitalità dell'industria nazionale.
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