È tragico il bilancio dell'incendio divampato ieri pomeriggio all'interno del Tiro a Segno Nazionale di Galceti, una località nella provincia di Prato. Due persone sono state trovate morte e una terza è rimasta ferita. Le fiamme si sono poi propagate alla vicina pineta impegnando per ore decine di squadre dei vigili del fuoco.
Non sono ancora chiare le cause del violento rogo, per il quale è stata aperta un'inchiesta della magistratura, ma sicuramente il fuoco è stato alimentato dal caldo e dal vento. Le fiamme si sono sviluppate verso le 17 a partire dal tiro a segno, una struttura in parte all'aperto che si trova in una vasta zona verde alla prima periferia di Prato, poi si sono estese velocemente alla pineta del parco di Galceti. Insieme ai pompieri, sul posto sono arrivati anche carabinieri, polizia, e due elicotteri del sistema regionale antincendi boschivi, oltre a decine di volontari. Le ricerche si sono concentrate subito sulle tre persone che risultavano bloccate all'interno della struttura. Quando si è sparsa la notizia dell'incendio la speranza è stata che fossero riuscite a mettersi in salvo raggiungendo una zona sicura, poi la tragica scoperta. Due vittime, il direttore di tiro Gabriele Paoli e Alessio Lascialfari, sono state localizzate dai soccorritori verso le 18, quando per loro non c'era più nulla fare, carbonizzate. La terza, un istruttore di tiro di 46 anni che al momento dell'incendio di stava esercitando, è stata soccorsa e trasportata al Centro Grandi Ustionati di Pisa con gravi ustioni su un terzo del corpo.
Considerato che quella dove si trova il poligono è una zona di alto pregio ambientale, con la presenza anche di abitazioni non troppo distanti dal fronte del fuoco, sono entrati in azione due elicotteri antincendio con dieci squadre di volontari. Anche la sindaca Ilaria Bugetti è andata sul posto per seguire le operazioni di soccorso e ha disposto un'ordinanza urgente per la chiusura del parco di Galceti almeno fino a stasera, per evitare rischi alla popolazione e il via vai di curiosi che vogliono vedere con i loro occhi i danni dell'incendio. La sindaca ha ringraziato le forze dell'ordine e i volontari per il lavoro fatto per mettere in sicurezza la zona e si è stretta alle famiglie delle vittime: «Una tragedia che mi colpisce nel profondo. Ci sarà tempo per capire cosa sia successo, compito che spetta solo alla magistratura, ora è il momento del silenzio e del dolore».
Nello stesso poligono nel 2006 ci fu un altro incidente mortale simile.
Anche in quel caso un incendio devastò la struttura e l'armiere Edo Carlesi, 75 anni, rimase gravemente ferito: era il 4 luglio 2006. Un mese e mezzo dopo morì nel reparto grandi ustionati dell'ospedale Gaslini di Genova.
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