Incubo scrutinio infinito. E il tycoon urla ai brogli. "Ci vorranno 12 giorni..."

La mattina del 6 novembre potrebbe non esserci un chiaro vincitore. Dove lo scarto sarà 0,5% si riconterà

Incubo scrutinio infinito. E il tycoon urla ai brogli. "Ci vorranno 12 giorni..."
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Le elezioni più imprevedibili di sempre porteranno con sé la notte elettorale più lunga di sempre. I sondaggi danno vicinissimi Kamala Harris e Donald Trump e per questo servirà tempo per capire chi sarà il prossimo presidente. Per qualcuno il 6 novembre potrebbe ancora non esserci un vincitore. Si inizia alle 18 ora della costa Est, mezzanotte in Italia, con i seggi che chiudono in Indiana e Kentucky. Ma qualcosa potrebbe vedersi un'ora dopo, quando all'una un altro pacchetto di cinque Stati, seguiti mezz'ora dopo da altri tre, inizieranno lo scrutinio. Già qui arriveranno i primi dati interessanti da due stati in bilico: Nord Carolina e Georgia. La vera partita scatta tra le 2 e le 4 quando chiuderanno i seggi nei restanti Stati in bilico: Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Arizona e Nevada.

Da quel momento si entrerà in un territorio inesplorato. Tradizionalmente alle 5 di mattina, le 23 negli Usa, subito dopo la chiusura dei seggi in California, i vari decision desk dei grandi network americani iniziavano a «chiamare» il vincitore e poco dopo arrivava il discorso di «concessione» del candidato perdente. Negli ultimi anni, complice anche l'imprevedibilità di Trump, questa tradizione non è stata rispettata, ed è stato necessario aspettare fino alla fine il conteggio. A pesare nel 2020 furono soprattutto i voti postali, molti di più rispetto alla media delle precedenti elezioni.

La farraginosità del sistema dipende anche dal fatto che ogni Stato ha regole diverse per quanto riguarda lo scrutinio, cioè se iniziare prima dai voti espressi in persona o quelli fatti nei giorni precedenti o ancora quelli via posta. Questo sistema ha dato il la a quello che gli analisti hanno definito «miraggio elettorale». Nel 2020 in un primo momento Trump sembrava avanti, questo perché aveva incoraggiato i suoi elettori a non votare per posta, ma poi con l'inizio dello scrutinio dei voti postali Biden era passato avanti, un «miraggio rosso» che è stato poi la base delle accuse di voto rubato del tycoon.

In questa tornata i repubblicani hanno incoraggiato gli elettori a votare sia in anticipo che via posta, quindi i «miraggi» dovrebbero essere meno evidenti, ma durante la notte, in base ai dati delle varie contee, potrebbero esserci momenti in cui lo spoglio non corrisponderà poi all'esito finale.

C'è poi il tema dei riconteggi. Anche qui ogni Stato fa da sé. In Arizona e Pennsylvania, ad esempio, è automatico se la distanza tra i due candidati è sotto lo 0,5%. In Georgia e Nord Carolina la ripetizione dello spoglio scatta sempre con un margine di 0,5, ma su richiesta di un candidato. In Michigan la soglia deve essere solo di 2mila voti, ma un candidato può richiederlo se riesce a provare di essere stato penalizzato. In Wisconsin il riconteggio parte con una distanza di 0,25, ma il candidato pagando può ottenerlo con margini superiori.

Più il numero di Stati in bilico sarà alto, più alta sarà la probabilità di dover aspettare. Nel 2020 ci vollero quattro giorni per avere il vincitore in Pennsylvania e Nevada e una settimana per l'Arizona. In questo scenario cresce anche la paura di uno scontro a distanza tra i candidati. Fonti vicine a Trump hanno confermato che il tycoon sarebbe pronto a dichiararsi vincitore senza aspettare i dati reali, seguendo magari un «miraggio rosso». Rispetto al 2020, Trump ha però una presa maggiore sul partito repubblicano e quindi nel caso si proclamasse vincitore avrebbe una schiera di deputati e senatori più ampia a difenderlo. In più negli ultimi anni il team di Trump ha costituito un esercito di legali pronti a dare battaglia in centinaia di corti per contestare i risultati. «Kamala Harris è un'estremista ed è totalmente corrotta» ha detto il tycoon ieri sera in Pennsylvania. L'ex presidente ha insinuato che i democratici compiranno brogli: «Sono corrotti, diranno che vogliono 12 giorni per sapere chi ha vinto. Andrebbero messi in galera.

Anche i loro sondaggi sono corrotti». A sinistra dicono di essersi preparati in particolare con messaggi preconfezionati con cui inondare social, radio e tv per richiamare alla calma e alla pazienza finché lo spoglio non sarà completo.

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