Il governo indiano ha deciso l'introduzione della pena di morte per chi commette violenze sessuali su bambini e bambine di età inferiore ai 12 anni. È la risposta all'indignazione dell'opinione pubblica indiana per i recenti casi di stupri e omicidi di bambine. Il primo ministro Narendra Modi ha presieduto la riunione dell'esecutivo nel quale è stato varato un emendamento alla legge sulla protezione dei minori dai reati sessuali (Protection of Children from Sexual Offence Act), che prescrive la pena capitale per i condannati per violenza sessuale sui bambini. Fino ad oggi la legge indiana prevedeva l'ergastolo quale pena massima per questo tipo di reato. L'India è rimasta turbata dalla notizia dello stupro di gruppo nei confronti di una bambina di 8 anni, avvenuto a gennaio a Kathua, nel Kashmir indiano. Solamente nell'ultima settimana, le cronache parlano di altri quattro stupri e omicidi ai danni di bambine minorenni. L'ordinanza varata dal governo dovrà ora essere firmata dal presidente Ram Nath Kovind. L'ordinanza rimarrà valida sei mesi, entro i quali dovrà essere ratificata dal Parlamento indiano per diventare definitivamente legge.
La pena capitale verrà prevista anche nel caso di una seconda condanna con l'accusa di violenza sessuale o violenza sessuale aggravata. Pene più severe sono state inoltre introdotte contro il voyeurismo, lo stalking e le aggressioni con l'acido. I gruppi per la difesa dei diritti delle donne hanno criticato le nuove misure, dal momento che «non tengono conto del rapporto presentato dall'ex giudice J. S. Verma, a capo di una commissione per la modifica delle leggi antistupro».
La nuova legislazione non riconosce, secondo quanto osservato dalle attiviste, lo stupro commesso dal coniuge come un reato e non si pronuncia su tutti quei casi di politici accusati di reati a sfondo sessuale, candidati alle elezioni.
Secondo il governo indiano, invece, «le nuove leggi tengono conto della maggioranza dei punti discussi dalla commissione parlamentare». Ma al di là dei fronti contrapposti si tratta comunque di un passo avanti grazie a una pena certa e severa contro chi finora in India ha potuto stuprare e molestare impunemente.
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