Accoltella la sua avvocata per un problema legato a una successione ereditaria e si toglie la vita.
Tragedia ieri mattina a Oderzo, in provincia di Treviso, dove Giuseppe Silvestrini, infermiere di 53 anni, ha ferito con un coltello il suo legale, Meri Zorz, all'interno del suo studio e poi si è impiccato nella sua abitazione di Mansuè.
Tutto è avvenuto in una manciata di secondi, che la professionista difficilmente potrà dimenticare. Non per le ferite, che la tengono ancorata in ospedale con una prognosi di trenta giorni, ma perché la donna conosceva il suo cliente come una persona buona, equilibrata, che non aveva mai dato segni di squilibrio prima.
Meri Zorz è stata accoltellata alle braccia e nella parte superiore del corpo. Fendenti, inferti con un arma che non è stata ancora ritrovata dagli investigatori e che le hanno causato una perdita di sangue abbondante, ma non tale da mettere in pericolo la sua vita o causarle danni permanenti. Assistita dal gestore di una vicina tabaccheria dove è corsa subito dopo l'aggressione per chiedere aiuto, è stata rapidamente raggiunta da un'ambulanza e quindi trasportata in pronto soccorso. «Si è rifugiata da me dicendo di essere stata accoltellata da un cliente - ha raccontato al Gazzettino l'edicolante, Marino Bergamo - era insanguinata, gridava aiuto. L'ho fatta sedere sui gradini e ho chiamato i soccorsi. Aveva una mano che perdeva molto sangue, poi lei mi ha chiesto di guardare se avesse altre ferite, ma non ne ho viste. Era sotto choc, stava per svenire. Ho avuto paura anche io». L'uomo ha raccontato ai carabinieri di non aver visto fuggire l'aggressore.
Giuseppe Silvestrini aveva chiesto un appuntamento con l'avvocata per chiarire alcuni aspetti legati a una successione ereditaria legata alla scomparsa del padre. Un patrimonio sostanzialmente in beni immobiliari, da spartire con due fratelli rappresentati da un amministratore di sostegno a causa di una situazione di fragilità della famiglia, e che abitano in un rustico nel quale si erano trasferiti meno di due anni fa dopo l'incendio della loro casa. Si tratta dello stesso immobile dove i carabinieri si sono recati a cercare poi dopo Silvestrini.
Lo hanno trovato al piano di sopra, ma privo di vita. L'infermiere si era impiccato. L'uomo, celibe, risulta incensurato e, a detta di alcuni conoscenti, non sembra avesse mai dato segnali di instabilità. La stessa Zorz, tuttavia, dopo l'accaduto e prima di venire a conoscenza dell'epilogo della vicenda, avrebbe commentato il fatto con parole più di compassione che di avversità nei suoi confronti, e questo per la conoscenza dello stato di difficoltà personale del cliente.
La donna è nota nella cittadina trevigiana, oltre che per la sua attività professionale, anche per il suo impegno in politica. Per due legislature, fino a una decina di anni fa, Zorz ha infatti ricoperto la carica di assessore comunale con delega a istruzione, cultura e turismo.
«Meri è scossa continua a ripetere poverino, si è rovinato la vita dicendo che ce l'aveva a cuore quel cliente - dice Faio, compagno dell'avvocata - lo stato di forte tensione in cui viveva l'uomo sarebbe dovuto a una causa ereditaria per la
successione di alcuni terreni di famiglia». Non sarebbe stato d'accordo, probabilmente, sul come ripartire l'eredità dell'anziano padre, scomparso un paio di mesi fa. E questo tarlo sarebbe stato alla base del tragico epilogo.
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