Vercelli Sberle, tirate d'orecchie, spinte e trascinamenti. Ma anche minacce urlate in faccia a bimbi da 3 a 5 anni. Tre maestre d'asilo sono state arrestate ieri mattina a Vercelli con l'accusa di maltrattamenti: il provvedimento del gip, che ha deciso per i domiciliari, ha chiuso l'operazione «Tutti giù per terra», partita lo scorso maggio. Grazie a undici telecamere piazzate degli investigatori all'interno della scuola d'infanzia Korczak è stato possibile ricostruire quanto fino a giugno accadeva ai bimbi di due classi dell'asilo. Uno dei più rinomati della città, intitolato a Janusz Korczak, il pedagogo polacco che tra le teorie elaborate ha quella del rispetto e della complicità verso il bambino. È stato tra i primi a dire che i grandi devono piegarsi all'altezza dei piccoli per non farli sentire sottomessi agli adulti. L'esatto contrario di quanto avveniva nella scuola vercellese, teatro di violenze fisiche e psicologiche: «Le maestre avevano generato uno stato di terrore all'interno delle classi con urla terrificanti, punizioni spropositate e umiliazioni di vario genere» hanno spiegato gli investigatori.
Per poco più di un mese hanno osservato quanto accadeva nella scuola, le telecamere coprivano tutti gli spazi accessibili ai bambini: aule, corridoi, mensa e palestra. In tutto sono stati riscontrati 52 episodi di violenza fisica e psicologica, 20 definiti «di maggiore gravità». Tutti nelle due classi in cui lavoravano le tre maestre. Quelli più gravi, secondo chi ha dovuto guardare tutta la galleria dell'orrore registrata, sono quelli fatti di violenza psicologica. Bimbi lasciati a mangiare da soli, obbligati a restare immobili in un angolo o costretti a sedersi. Ma non mancava anche la violenza fisica: «Te ne do una che ti fa cadere tutti i denti» è la minaccia urlata viso a viso da una maestra a un bimbo. E a volte gli schiaffi arrivavano davvero. In alcune occasioni era presente più di una maestra in aula. Nessuna muoveva un dito mentre la collega urlava e strattonava un bimbo. In altri casi invece il consiglio di una maestra all'altra era «Dagli una sberla secca».
A mettere fine agli abusi è stata la denuncia di una mamma. Andando a prendere il figlio, che frequentava un'altra classe rispetto a quella in cui lavoravano le maestre arrestate, ha visto una delle insegnati prendere per i capelli uno dei piccoli. Gli investigatori hanno voluto sentire anche la figlia maggiorenne: anche lei ha raccontato di strani episodi notati mentre andava a prendere il fratellino.
Così è partita l'indagine che ha portato agli arresti e a far svegliare i genitori di un centinaio di bambini nel peggiore degli incubi.
Qualcuno si è presentato in questura. Investigatori e dirigenza scolastica hanno dovuto spiegare alle famiglie che gli episodi riguardavano due sole classi e che nei prossimi giorni i genitori delle piccole vittime saranno contattati.
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