Archiviata la brevissima vacatio del Collegio Romano, sede del Ministero della Cultura, ora si presenta un nuovo compito al governo: indicare la persona più adatta a sostituire Alessandro Giuli sulla poltrona di presidente del MAXXI, ovvero il museo d'arte del ventunesimo secolo, ospitato nella preziosa e avveniristica sede progettata da Zaha Hadid. La vacatio, in questo caso, potrebbe essere lunga tanto che a fare le veci del presidente della Fondazione Maxxi per ora è stata chiamata Raffaella Docimo, Docente universitaria e recentemente, candidata alle elezioni europee nelle liste di Fratelli d'Italia, Docimo è infatti la consigliera anziana del Consiglio di amministrazione della Fondazione.
Tempi potenzialmente lunghi dal momento che la scelta del sostituto di Giuli dovrebbe partire proprio dagli uffici di via del Collegio Romano, ora impegnati non soltanto nel passaggio di testimone Sangiuliano-Giuli ma anche negli ultimi preparativi dell'imminente G7 della Cultura in programma a Napoli dal 19 a l 21 settembre.
Lo scenario che si prospetta può avere due direzioni. Una è quella di proseguire sulla linea di una figura di intellettuale, come quella di Giuli. Ma c'è anche la possibilità che il ministero si orienti ora su una figura più «manageriale», che lasci dunque la parte culturale al direttore artistico e punti maggiormente sull'aspetto di sviluppo economico dell'istituzione museale. In questo caso una candidatura adeguata potrebbe essere quella di Giampaolo Rossi, attuale direttore generale della Rai. La sua uscita da viale Mazzini permetterebbe al governo di sistemare alcune caselle nel risiko delle nomine (d'altronde lo stesso Sangiuliano potrebbe rientrare nella corsa alle nuove nomine per le testate giornalistiche della tv di Stato).
Anche Docimo, visto il curriculum e l'esperienza fin qui acquisita proprio nel cda della Fondazione, è stata da più fonti inserita nel toto-nomine per la presidenza del Maxxi. Come figura a metà tra il manager e l'intellettuale prestato alla gestione della «cosa pubblica» potrebbe andar bene anche Umberto Croppi, già assessore alla Cultura nella giunta capitolina guidata da Gianni Alemanno. Croppi è molto apprezzato trasversalmente e ha doti manageriali comprovate.
Tra i papali, il cui nome ricorre spesso in questi ultimi giorni, c'è anche il direttore della Pinacoteca di Brera Angelo Crespi. Più difficile, nel toto-nomine, puntare su Vittorio Sgarbi.
Dalle parti del Maxxi, infatti, il suo nome evoca una serata molto discussa. Era il 21 giugno del 2023. Durante un evento organizzato proprio al Maxxi per la Festa della Musica, il celebre critico d'arte e il cantante Morgan si erano lasciati prendere la mano da turpiloquio e frasi sessiste.
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