"Inutile e pericoloso". E lo "sblocca-cantieri" finisce nel pantano

L'Anac di Cantone: si rischiano infiltrazioni e i lavori non ripartono. E ora va riscritto

"Inutile e pericoloso". E lo "sblocca-cantieri" finisce nel pantano

A crederci ormai è rimasto soltanto il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli. Ma Toninelli, come dice il nome stesso, è Toninelli: dunque non fa testo.

Ma, se è per questo, neppure quello del decreto «sblocca-cantieri» pare funzionare, visto che le sue norme ieri sono state bocciate, dopo una sfilza di pareri negativi, anche dall'Autorità chiamata a farle rispettare, che non è stata neppure consultata.

Lo rileva Raffaele Cantone, presidente dell'Anac, che trova le norme «problematiche» (è un eufemismo). Una requisitoria che non dà scampo, la sua, a quel decreto che per stessa ammissione del sottosegretario Giorgetti ha avuto una «gestazione faticosa, evidenziando diverse sensibilità all'interno del governo» (eufemismi a iosa).

Tanto «diverse», le sensibilità, da bloccare lo «sbloccacantieri» nel suo cammino al Senato: ora si attenderà il risultato delle Europee prima di decidere se e come andare avanti. La capigruppo di Palazzo Madama ha infatti stabilito che la conversione in legge del decreto approderà in aula soltanto martedì 28 maggio, dunque a risultati elettorali acquisiti. Durante la settimana elettorale sarà consentito alle commissioni Ambiente e Lavori pubblici di proseguire con l'esame del testo e con le votazioni sugli emendamenti.

Una riscrittura che, come ha specificato ieri Luigi Di Maio davanti ai terremotati aquilani, «introduce tante norme che vengono anche dal mondo delle imprese, dagli industriali, norme che cercano di sbloccare la situazione in modo da avviare o continuare più velocemente la ricostruzione...». Ma è vietato farsi soverchie illusioni, visto che il vicepremier grillino parla di «deroghe necessarie ad alcune norme di un codice appalti che ha bloccato tutto, in attesa di una riforma organica di quel codice che consenta anche di intervenire con procedure ordinarie di emergenza. Ma fino a quel momento mettiamoci in testa che tutti quei bizantinismi non vanno bene per gli appalti ordinari, figuriamoci per le zone terremotate». La verità è che l'entrata in vigore definitiva del decreto comporterà un lavoro di adeguamento di almeno 13 provvedimenti del vecchio codice che comporterà almeno altri sei mesi di lavoro dei ministeri. Con ciò rendendo vana l'idea che i cantieri si possano sbloccare per tutto il 2019 (anche, insomma, a voler credere al Def).

In più c'è da ieri la feroce stroncatura di Cantore: «La norma che semplifica gli affidamenti sotto i 200mila euro - ha spiegato - è pericolosa perché questi affidamenti sono numerosissimi soprattutto negli Enti locali». Ma non solo, perché «ci sono norme preoccupanti che riportano il ripristino dell'appalto integrato, un sistema che ha dimostrato di funzionare molto male.

Ci sono norme che consentono eccessive deroghe per i commissari di governo che sono nominati con un criterio che non individua con chiarezza quali sono le opere». Dulcis in fundo: «C'è anche la norma sui subappalti che ha una serie di rischi collegati all'infiltrazione mafiosa, ma è anche un norma pericolosa sul piano della qualità delle opere, perché i subappaltatori operano in regime di ulteriore risparmio. Il decreto prevede come regola il prezzo più basso.

L'idea è che più che al far bene si pensa al fare comunque». Impietoso infine il giudizio complessivo che ne dà Cantone, rilevando come sia aleatorio attendersi, persino dalle idee di punta del decreto, che «sblocchino veramente i cantieri».

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