"Io, tra moglie Pd e alleati. Ma sui figli ha ragione lei"

Il leader lombardo di Fi, Alessandro Sorte, sposato con la consigliera dem che è stata offesa da una collega di Fdi a Treviglio

"Io, tra moglie Pd e alleati. Ma sui figli ha ragione lei"
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Alla festa per la Madonna delle lacrime di Treviglio, nella Bergamasca, non si parla d'altro. La capogruppo FdI Silvia Colombo si è dovuta dimettere, scaricata dai suoi, dopo aver attaccato la capogruppo Pd Matilde Tura, che in Consiglio comunale sosteneva una mozione per far seguire da remoto le sedute a donne in gravidanza a rischio e neogenitori. Bocciata la mozione, bocciata la Colombo per aver ecceduto dicendo che se uno è consigliere comunale «al primo posto deve metterci la partecipazione» e se aspetta un figlio o è malato, fa meglio a dimettersi. Una bufera entrata dritta nel soggiorno di Alessandro Sorte, deputato e responsabile lombardo di Fi. Nonché marito della dem Matilde. «Alla festa - se la ride - quasi si gridava al miracolo per tanta attenzione su di noi. E mi dicevano: Abbiamo visto tua moglie!. Così rispondevo: Io la vedo tutti i giorni!. Non credevo che questi fossero così polli da farsi fare scacco matto».

Questi chi, onorevole Sorte?

«Quelli che l'hanno attaccata per una banale pratica che, se fossi stato sindaco io, avrei fatto approvare in pochi minuti, come in tanti comuni di centrodestra, vedi Albino che ha un sindaco leghista come noi. Invece a Treviglio forze estreme della coalizione, in FdI e Lega, abituate a dire di no per pregiudizio, hanno fatto un autogol alla coalizione».

Se l'aspettava che sua moglie finisse sui giornali?

«Confesso che mi sono sentito per 48 ore un po' come il marito di Angela Merkel. È una novità perché negli ultimi anni sotto i riflettori ci sono stato io per la mia carriera».

Il ruolo di principe consorte le dà fastidio?

«Ma no, anzi. La convivenza tra una piddina e un forzista è una palestra di elasticità mentale. Matilde poi, è medico, laurea da 110 e lode, specializzanda in pediatra, non una cattocomunista ma una proprio di sinistra, della corrente della Schlein e da quella parte è stata difesa».

Sapeva della mozione?

«Mi aveva detto: Ho presentato una mozione in consiglio, ma tanto me la bocceranno. E io ho risposto: Niente di nuovo sotto il sole. Dopo mi ha spiegato che era pronta da mesi ma aveva voluto aspettare la fine dell'allattamento per non essere accusata di interesse personale. Ora Leonardo ha 15 mesi e l'ha fatto. È stata molto corretta.

Avete solo un figlio?

«Sì, al tg ho sentito parlare di due e ho chiesto a Matilde se mi ero perso qualcosa, mi ha assicurato di no».

Non è un po' imbarazzante trovarsi a difendere la moglie dem dagli attacchi degli alleati?

«Non faccio l'avvocato di Matilde, lei si difende benissimo da sola. E quello che sostiene sulle donne penso sia condiviso da tutte le persone di buon senso. Noi di Fi siamo moderati, popolari, di centro, capaci di essere progressisti quando è quella la soluzione più utile ma conservatori se quella posizione è un bene. Non ci guidano le ideologie, scegliamo il meglio. Questa è l'eredita di Silvio Berlusconi e oggi sua figlia Marina dà un contributo con lungimiranza e lucidità sui diritti e sui rapporti Europa-Usa».

Fi ha detto di non condividere la posizione della Colombo, per Fdi non esprime la linea del partito, mentre la Lega è più critica verso sua moglie.

«Per il vice segretario regionale leghista Fabrizio Sala Matilde non doveva permettersi di parlare. Ecco, io non direi mai così. Perdipiù, ad una donna. Noi di Fi abbiamo posizioni, toni, linguaggio distinti e in questi casi anche distanti da alcuni esponenti locali di Lega e Fdi che peraltro imbarazzano i loro stessi partiti, è cosa nota. Sala in particolare, è un personaggio, lo conoscono tutti a Bergamo, non è uno scienziato di fama mondiale, quindi non risponderei neanche».

Alla fine la Colombo ha dovuto dimettersi.

«Non scaricherei tutte le colpe su di lei. Si dice che l'intervento fosse concordato con quegli stessi che poi non l'hanno difesa e hanno preso le distanze. Penso che il vero motivo delle dimissioni sia questo, si è sentita tradita. Non condivido quello che ha detto ma da liberale non mi piace vedere una persona travolta da un'ondata d'indignazione. Perfino mia moglie ha detto che il problema non è lei ma il suo intervento».

Poi ha postato sui social la foto con il pancione in consiglio comunale.

«A me basta

che mio figlio non diventi del Pd anche se, per un sondaggio, noi di Fi siamo quelli ad avere meno problemi verso un figlio di sinistra. Siamo il partito della tolleranza, diceva Berlusconi, dell'amore contro l'invidia».

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