Si valutano strette per arginare il dilagare della variante Delta, ma allo stesso tempo si pensa anche a rendere più facile i viaggi a chi è munito di green pass. Non solo a chi si sposta all'interno dei Paesi dell'Unione europea, ma anche in Italia a chi viaggia in treno. Il certificato verde in possesso di chi è stato vaccinato (per quello italiano basta anche soltanto la prima dose, ndr), di chi è guarito dal Covid e di chi è risultato negativo ad un tampone, servirà anche per aumentare la capienza dei treni ad alta velocità di Trenitalia.
Sarà il governo a dover dire l'ultima parola. Per il momento la questione è stata affrontata dal comitato tecnico scientifico nella riunione di venerdì. E gli esperti hanno dato parere favorevole alla possibilità di far viaggiare al 100% della capienza i convogli (attualmente è al 50%, come stabilito dal dpcm del luglio 2020), a patto che tutti i passeggeri siano muniti di green pass. L'apertura del Cts, arrivata dopo mesi di corse con i convogli mezzi vuoti, dovrà essere adesso valutata dall'esecutivo. Nel frattempo, intanto, Trenitalia sta lavorando per rendere ancora più sicure le proprie vetture. L'idea allo studio è quella di disporre paratie separatorie tra i passeggeri, per ridurre ulteriormente il rischio di contagio. Per ora è in corso uno studio di fattibilità soprattutto rispetto ai rischi per la sicurezza, legati ad esempio a casi di eventuale evacuazione del treno.
Dallo scorso aprile sono già attivi sulla tratta Roma-Milano i treni Covid free per chi vuole viaggiare il totale sicurezza: si sale a bordo solo mostrando l'esito negativo di un tampone effettuato nelle 48 ore precedenti al viaggio o gratuitamente anche in stazione presso i gazebo della Croce Rossa presenti a Termini e a Milano Centrale. Ma anche i Frecciarossa Covid free, finora, erano tenuti a viaggiare al 50% della capienza. Il green pass potrebbe adesso riportare la situazione dei treni alla normalità consentendo di viaggiare in sicurezza. Sempre che il governo decida di sbloccare la situazione.
La novità non riguarda invece i treni ad alta velocità di Italo, che essendo più nuovi ed avendo l'azienda investito 50 milioni di euro per adottare sui suo convogli la stessa tecnologia per il ricambio dell'aria che si usa sugli aerei, in grado di abbattere il rischio droplets, possono viaggiare al 70% di carico.
Un vantaggio che nella fase più critica dell'emergenza aveva fatto storcere il naso ai viaggiatori, ai quali è capitato di trovarsi seduti accanto ad altri passeggeri senza il dovuto distanziamento. Ma Italo ha sempre rivendicato di essere stata la prima azienda al mondo ad applicare sui convogli a rotaia questi speciali filtri in grado di rigenerare l'aria ogni tre minuti. Come in volo.
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