Chiuso il capitolo-Rousseau, per Giuseppe Conte se ne apre uno ancora più complicato: il rinnovamento del Movimento 5 Stelle, che i parlamentari pentastellati attendono in un misto di frustrazione e ira. Di mezzo c’è, peraltro, il rapporto che l’ex presidente del Consiglio vorrà intrattenere con il governo Draghi. I rumors di Palazzo lasciano trapelare le intenzioni bellicose di Conte: uscire dalla maggioranza prima possibile e tornare all’opposizione per riprendere i voti persi negli anni. Il tutto nell’auspicio di portare il Paese alle elezioni anticipate, nel 2022, abbracciando il ritorno al grillismo duro e puro, con tanto di ricomparsa al centro della scena di Alessandro Di Battista. C'è chi segnala l'inizio di un reciproco annusamento.
I timori dei parlamentari del M5S
La tempistica? “Sicuramente dopo l’inizio del semestre bianco, potrebbe rompere sulla riforma della Giustizia, vecchia bandiera per cui già il Conte bis stava rischiando la caduta”, osserva un parlamentare, non proprio contento della prospettiva. “Oppure l’incidente per provocare la fuoriuscita dalla maggioranza può arrivare sulla Legge di Bilancio. Un motivo per rompere si trova sempre”, è l’altra parte del ragionamento. Il rischio, però, è quello di trovare un perentorio sbarramento tra deputati e senatori del M5S: “I gruppi di Camera e Senato non sono solo un bancomat utile a dare i soldi a Casaleggio, per chiudere il contenzioso, e finanziare il progetto di Conte. La linea politica si decide insieme”, è l’avvertimento che viene inviato al leader in pectore.
Conte, in un’intervista al Corriere, ha in realtà garantito di voler sostenere lealmente l’esecutivo. Ma “senza rinunciare ai nostri valori e alle nostre battaglie”. Una puntualizzazione che ha fatto scattare l’allarme. “Lo ha detto in politichese, evocando i temi identitari del Movimento 5 Stelle, ma ha fatto capire che sarà una spina nel fianco per Draghi”, dice una fonte interna. Più duro il giudizio di un altro eletto, giunto alla seconda legislatura: “Suona come un preavviso sul ritiro della fiducia, visto che ha parlato di disorientamento di fronte a delle scelte del governo”. Il timing è fondamentale: secondo quanto viene sussurrato a Montecitorio, si arriverà all’inizio del semestre bianco, ad agosto, con qualche sortita polemica di Conte per acquisire maggiore visibilità.
Rottura su Giustizia o Manovra
“Magari - è il ragionamento raccolto da IlGiornale.it - il primo vero attacco a Draghi sarà fatto durante la cerimonia di incoronazione di Conte a capo del Movimento, a cui Rocco Casalino sta già lavorando a modo suo. Con tanti fuochi d’artificio”. E nello spettacolo pirotecnico potrebbe scapparci qualche scintilla verso Palazzo Chigi. C’è chi scommette di più: “Entro il 2022 vedremo Conte insieme a Di Battista, insieme, parlare dei temi identitari, delle battaglie storiche del Movimento. Un tentativo di rifarsi una verginità”. Una tesi che trova d’accordo più di qualche grillino, con un punto interrogativo gigantesco: “Con quale credibilità, dopo anni di governo, raccontiamo di essere i super puri degli esordi?”.
I malumori, insomma, non si sono placati dopo l’accordo con Rousseau. Anzi, paradossalmente, la battaglia contro Casaleggio ha fatto da collante tra le varie anime del Movimento. Per qualche giorno il “nemico comune” ha fatto accantonare ruggini e divisioni. Ora, però, è il momento della costruzione, e su questo punto le divergenze abbondano. “Qua nessuno sa niente sullo Statuto, sull’organizzazione. Conte, attraverso Vito Crimi, ci chiede le risorse.
Ma ci sono quattro mesi di stallo totale, un minimo di coinvolgimento sul progetto non era così difficile. Sarebbe bastata la volontà di farlo”. I 5 Stelle, insomma, sembrano una pentola a pressione, sempre più prossima all'esplosione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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