Quarantasette funzionari cinesi sono stati licenziati o hanno ricevuto altre punizioni per le accuse di non aver risposto adeguatamente all'ultima ondata di coronavirus nel Paese.
Tra i licenziati c'erano un vicesindaco, i capi dei distretti cittadini e delle commissioni sanitarie e il personale della direzione ospedaliera, dell'aeroporto e dei dipartimenti del turismo. La Commissione sanitaria nazionale cinese ha annunciato che 94 nuovi casi di trasmissione domestica di Covid-19 sono stati registrati nelle 24 ore precedenti. L'ultimo focolaio è legato all'aeroporto della città orientale di Nanchino. La variante Delta, altamente contagiosa, ha colpito i lavoratori aeroportuali e da allora si è diffusa dalla provincia di Hainan, nel sud alla Mongolia interna nell'estremo Nord.
L'epidemia ha provocato nuove restrizioni ai viaggi, blocchi della comunità e la chiusura dell'intera città di Zhangjiajie, con una popolazione di 1,5 milioni di abitanti. Ma il governo questa volta non sembra voler giustificare nessuno e nessun ritardo nell'agire e dunque esegue mostra punizioni esemplari. Per fortuna però ieri non sono stati segnalati nuovi casi locali di Covid-19. Lo riferisce il Global Times, secondo cui le autorità stanno invitando la popolazione a rispettare le norme di prevenzione. «Al momento, la situazione della prevenzione e del controllo dell'epidemia a Nanchino continua a essere grave e complessa, ha affermato Ding Xiaoping, vicedirettore dell'ufficio sanitario della città. Dal 26 luglio, tutti i 334 luoghi di intrattenimento pubblico e 161 luoghi culturali e sportivi nel distretto di Pukou a Nanchino sono stati chiusi.
Rispetto ai precedenti focolai, di solito limitati a una città o a poche città limitrofe, l'epidemia di Nanchino si è verificata in uno scalo internazionale molto trafficato e i passeggeri transregionali che viaggiavano per lunghe distanze hanno diffuso il virus in tutto il Paese, come nel Sichuan, provincia della Cina sud-occidentale e nel Liaoning, della Cina nord-orientale.
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