Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, «prefetti e questori si sentono soli». Ed è la realtà. Perché il malcontento per l'operato del ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, al Viminale è ormai tangibile da mesi. Nelle chat interne non si parla di altro: «Sta chiusa nel suo ufficio, non esce, non si occupa dei problemi delle Forze dell'ordine. I sindacati hanno dovuto insistere per incontrarla. Non capiamo perché non si dimette», scrive un dirigente. «Il massimo - scrive un altro - è quando ha incontrato i rappresentanti delle Ong mentre Lampedusa si riempiva di migranti. Secondo me è fuori dai problemi reali. È abituata a stare nei palazzi affrescati, dovrebbe scendere per strada e rendersi conto dei disagi della gente».
Perché la gestione dell'ordine pubblico non si fa solo a tavolino e quello che è accaduto a Roma lo scorso 9 ottobre con l'attacco alla Cgil lo ha dimostrato. Prefetti e questori si sentono soli perché sono costretti a eseguire ordini dall'alto senza possibilità di replica. Gli agenti di polizia che devono mantenere l'ordine alle manifestazioni, rischiano di essere presi di mira come fossero un nemico della gente, quando le responsabilità stanno altrove. Gli errori commessi dalla titolare del Viminale ormai non si contano più. «Basti pensare - spiega il segretario generale del Sap (Sindacato autonomo di Polizia) Stefano Paoloni - alla diversità di trattamento riservata ai partecipanti del rave nel Viterbese e ai portuali di Trieste. Da una parte gente che andava contro ogni regola, dall'altra persone che protestavano legittimamente».
In molti si chiedono peraltro il perché, nonostante gli evidenti errori del ministro, il premier Mario Draghi continui a blindarla con la scusa che si tratta di un personaggio istituzionale. Così istituzionale che non perde occasione per appoggiare dichiaratamente le varie tesi della sinistra, che continua a difenderla a spada tratta ignorando il malcontento che c'è intorno a lei. Qualcuno è arrivato a definirla «il peggior ministro dell'Interno degli ultimi decenni. Pensavamo di aver toccato il fondo con la Iervolino - dicono - , dobbiamo tristemente ricrederci».
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la dichiarazione dell'altro ieri in Parlamento, quando parlando dell'agente ripreso vicino a un blindato della Polizia, ha spiegato: «Quell'operatore stava verificando anche la forza ondulatoria scaricata sul mezzo e che non riuscisse ad essere effettivamente concluso» il ribaltamento.
Una frase che ha scatenato l'ironia di tantissime persone sui social e nelle chat whatsapp, con la creazione di meme ad hoc. «Che la forza ondulatoria sia con te», scrive qualcuno riportando un'immagine di Star Wars. Altri raffigurano Albert Einstein intento a spiegare la nuova teoria della «forza ondulatoria», altri ancora riportano la nuova patch ironica della Polizia, con su scritto «nuovo nucleo di verifica della forza ondulatoria».
Nelle chat tra poliziotti, spiega ancora Paoloni, «impazzano messaggi ironici sulla affermazione fatta dal
ministro riguardo al collega che saggiava il moto ondulatorio del nostro mezzo assalito dai manifestanti e questo la dice lunga sulla percezione di autorevolezza che c'è nei suoi riguardi all'interno del nostro ambiente».
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