L'Intifada a casa nostra. Prima sui social - dove si trovano ampie tracce di un macabro tripudio - ma ora anche nelle piazze e nelle città.
Mentre Israele piange quasi mille vittime di Hamas, organizzazione islamista che ha seminato morte nello Stato ebraico, in Italia arrivano le prime manifestazioni inneggianti all'Intifada, e purtroppo anche i primi episodi di antisemitismo.
«Intifada fino alla vittoria» è lo slogan del presidio convocato oggi a Milano, davanti alla Scala, da una serie di sigle di palestinesi in Italia, che invitano a partecipare «per dimostrare che Milano è con la liberazione della Palestina e con i popoli che lottano contro il dominio coloniale».
Oggi giorno di presidio e sabato addirittura è in programma un corteo in pieno centro. Fra gli organizzatori, l'Associazione dei palestinesi in Italia, la sigla che aveva allestito già nel 2017 dei cortei anti-Israele nei corso dei quali vennero esaltati «i martiri» in un caso, e risuonarono indisturbati anche cori jihadisti e antisemiti in un altro. Il timore è che si torni a scene del genere, viste anche in passato: sono passati quasi 15 anni dalla manifestazione (gennaio 2009) che si concluse sul sagrato del Duomo dopo il rogo di bandiere Usa e israeliane. A guidarla, allora, l'imam di viale Jenner, condannato per terrorismo.
Molto è cambiato da allora ma non l'odio: è ancora in un clima di recrudescenza dell'ostilità per Israele che si celebrano questi nuovi cortei. Il deputato di Fdi Riccardo De Corato interroga il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi partendo dal presupposto della «forte vicinanza ideologica di diversi membri delle Comunità islamiche italiane ad Hamas» e il capogruppo di Fi Alessandro De Chirico, rivela: «Avremmo voluto organizzare un presidio a Palazzo Marino, ma piazza Della Scala è stata richiesta dai Bds (la sigla pro boicottaggio di Israele, ndr) abbiamo scelto quindi il Memoriale della Shoah, luogo simbolo della nostra città».
Le manifestazioni «pro Intifada» arrivano mentre alcuni esponenti storici del mondo islamico riaffermano la propria integrale ostilità a Israele, fino al punto di difendere gli attacchi di Hamas: «Ricordo a tutti - ha scritto Davide Piccardo, a lungo responsabile dei centri islamici milanesi - vi piaccia o meno, che le azioni militari dei palestinesi contro le forze di occupazione israeliane godono di piena legittimità secondo il diritto internazionale che garantisce all'occupato il diritto di resistere in armi contro l'occupante».
A rompere il silenzio dell'islam ufficiale arriva la nota dell'Ucoii, che manifesta «dolore e profonda angoscia» per «ciò che accade in Terra santa» e «solidarietà alla popolazione civile». Non nomina Hamas, tanto meno Israele. Chiede l'intervento della «politica internazionale», e invita i centri islamici a pregare per una «giusta pace».
Intanto è scattato l'allarme antisemitismo: in Francia si sono registrati circa 20 episodi in 48 ore. In Italia due casi di questo tipo li ha subiti domenica - e ieri li ha raccontati al Giornale - il responsabile di una delle sinagoghe di Milano, che è stato insultato non lontano da casa, mentre si recava nel suo centro religioso, come di consueto con la «kippah» in testa, in compagnia di un amico ebreo con borsalino e barba. «Israeliani di m...!» ha gridato un giovane egiziano in compagnia di un connazionale, salvo poi farsi convincere dall'amico a discutere con E.S., la persona insultata, che ha reagito prontamente: «Voi di dove siete? - ha chiesto - Egiziani? Allora siete ospiti e posso denunciarvi per questo».
Sono tornati a più miti consigli, ma poi anche al ritorno, in piazza di Porta Romana, è stato nuovamente apostrofato da un giovane e ha ribattuto con fermezza. Episodi per ora di violenza solo verbale, ma che danno il senso di un clima di ostilità che monta e che potrebbe montare ancora.
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