Da Israele al futuro a Pavia. I sogni spezzati dei Biran

Amit e la moglie Tal erano da anni in Italia. Gli studi in medicina e psicologia. Si mobilita la comunità ebraica

Da Israele al futuro a Pavia. I sogni spezzati dei Biran

«Preghiamo che possa essere forte come il nome che porta». Significa proprio forte e tenace, in ebraico, la parola Eitan, l'eredità più importante del piccolo (6 anni non ancora compiuti) unico sopravvissuto di una famiglia distrutta in un attimo nell'assurda tragedia della funivia del Mottarone.

Sicuramente è stato forte il suo papà, Amit Biran, il trentenne - di origini ebraiche polacche - che l'ha probabilmente salvato in un ultimo straziante abbraccio protettivo, che durerà in eterno. Non c'è stato niente da fare per l'altro bambino, Tom, 2 anni, e per la mamma, Tal, 26 anni anch'essa nata in Israele ma da qualche anno in Italia. Con loro, nello schianto, sono morti anche i nonni della ragazza, Itzhak e Barbara Cohen, arrivati per trascorrere un po' di tempo coi nipoti, a Pavia, dove Tal e Amit stavano studiando per specializzarsi, lui in medicina alla Maugeri e lei in psicologia. Vivevano in una casa a due passi dal fiume, come racconta «Il Ticino», e progettavano di trasferirsi in un appartamento più grande.

I bisnonni erano ospiti della sorella di Amit. «Cosa mai può succedere in Italia?» avevano pensato, partendo da Israele due giorni fa dopo le vaccinazioni anti-Covid. E tutti insieme avevano organizzato questa gita, mentre a Gerusalemme era giunta la fragile tregua che ha fatto seguito agli attacchi di Hamas e alla reazione israeliana. «Non avevo idea di cosa fosse successo e all'inizio ho pensato che fosse caduto un altro missile in Israele» ha raccontato Aya, la sorella di Amit ricostruendo i drammatici istanti in cui ha ricevuto i messaggi i primi increduli messaggi degli amici che anticipavano le notizie ufficiali sulla tragedia di Stresa. Il profilo social Tal è quello di una giovane donna felice. In quello di Amit campeggia una splendida foto col figlio in Duomo a Milano poi un'altra sul Lungoticino di Pavia. Sei giorni fa aveva condiviso un intervento pro Israele di Nikky Haley, rappresentante Usa all'Onu. La Comunità ebraica di Milano è sconvolta. «Era un bel ragazzo, generoso, arrivato in Italia per studiare Medicina. Nel frattempo lavorava da noi» ricorda il presidente Milo Hasani. Tutti ricordano Amit per il suo servizio - curava la sicurezza per le scuole e per il tempio - e per la gentilezza. La scuola ha aperto una raccolta di fondi per il piccolo. Ieri sono arrivati a Torino il papà di Tal, Peleg accompagnato dai fratelli di lei e lei. I funerali saranno celebrati domani in Israele: le salme partiranno da Torino Caselle con un volo di Stato.

«Il nostro cuore è infranto» ha scritto il ministro degli Esteri israeliano Gabi Ashhkenazi. E Pavia ha proclamato il lutto cittadino. «Che una carezza dal cielo conforti», ha scritto l'arcivescovo di Milano Mario Delpini.

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