
Lo chiamano rivoluzione il sommovimento interno, la vertigine sotterranea continua che caratterizza la storia di Israele in questi lunghi mesi quanto la guerra su sette fronti. È una guerra sull'ottavo fronte contro Benjamin Netanyahu condotta da un vasto ambito di leader e di intellettuali e anche di soldati, che si ritengono offesi dal fatto che il modello Ben Gurion che ha creato tanti eroi liberali, soldati e contadini, studiosi di notte e di giorno alla difesa del confine, siano stati sostituiti per così tanto tempo da un leader certo di grande famiglia, di gravitas militare e intellettuale, ma di destra nella certezza che il popolo ebraico nel suo insieme, anche nella parte religiosa, abbia come compito principale soprattutto la difesa e lo sviluppo dello stato che compie 77 anni proprio in questi giorni e che è in pericolo di vita.
La rivoluzione contro il primo ministro scelto da 11 anni dalla gente del popolo, dagli intellettuali, dai soldati, dagli economisti conservatori, da chi vuole riformare la struttura giudiziaria che è una bandiera della sinistra, ha trovato negli ultimi due giorni un nuovo capo determinato a guidare le folle dopo aver invece guidato per tanti anni i servizi segreti interni, lo Shin Beth. Ronen Bar dopo essere stato licenziato ha consegnato un affidavit alla Corte Suprema, che ha dato molti segni di non sopportare Netnayahu e ha rimandato il licenziamento di Bar. Netanyahu consegnerà un documento contrario domani. Quello di Bar è una dichiarazione di sfiducia e di accusa personale e politica cui già l'amplissimo fronte anti Bibi nel mondo si affretta a affiancarsi. Gli si contesta sempre una scarsa sensibilità verso i rapiti: ma la verità è che Netanyahu cerca di combattere Hamas fino alla vittoria mentre cerca con tutte le forze di recuperare i rapiti. Hamas non si accuccerebbe, non restituirebbe i rapiti di fronte a un cedimento, ma preparerebbe il prossimo 7 ottobre.
Di fatto Bibi ha tolto la fiducia a Bar quando è stato chiaro che peggio non avrebbe potuto affrontare il 7 ottobre, senza capire, reagire, avvertire. Lui stesso l'ha dichiarato. I rapporti si sono fatti sempre più tesi a causa di rivelazioni alla stampa di cui i due uffici si sono accusati, Bar ha fatto le mosse di attacco aspettandosi il licenziamento, ha approvato un'inchiesta, in cui il premier non è coinvolto, sul rapporto fra impiegati del suo ufficio e il Qatar, poi ha accusato Netanyahu di volerlo licenziare per questo, mentre la decisione era presa da tempo. Bar dichiara nel suo affidavit anche di avere avvertito Bibi alle 5,15 di mattina dei movimenti sul confine; afferma di aver ricevuto dal premier la richiesta di coprire la richiesta di non recarsi tre volte a settimana al processo; lamenta che Bibi gli abbia chiesto di sorvegliare cittadini coinvolti nelle manifestazioni di protesta, facendo così dello Shabbah una polizia personale. Ha capito che la sua personale frustrazione era coperta dalla rabbia politica di Ehud Barak, Carmi Gilon, Avichai Mandelbit... Alta nomenklatura, esempi di centinaia che con la stessa determinazione accusano Netanyahu di essere un dittatore e ne chiedono la rimozione. Netanyahu ha dichiarato che tutte le bugie verranno smontate: Bar, dice, ha fallito nel compito di avvertire lui e Gallant, la telefonata arrivò solo alle 6,15. Bar, si sostiene, ha detto che Bibi voleva cacciarlo molto prima del Qatargate e Netanyahu chiese non di aiutarlo a postporre il processo, ma dopo le continue minacce di morte e i due missili sulla sua casa, di spostarlo in un luogo sicuro. Bar accusa Netanyahu di averlo voluto usare nello studiare le mosse dei leader della piazza, ma si sa che lo Shabbach ha sempre indagato i movimenti di destra come di sinistra.
Lo squillo di tromba di Bar comunque avrà l'eco che si aspetta, Netanyahu ancora deve stringere
i denti sui sette fronti di cui non lascia la resa. Trump ieri gli ha telefonato per dirgli che gli Usa sono con Israele: chissà se intendeva sull'Iran. Questo è quello che deve importare veramente a chi tiene a Israele.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.