È slittata a domani in seconda convocazione l'assemblea di Ita Airways per l'ingresso di Lufthansa con il 41% tramite un aumento di capitale riservato da 325 milioni e l'allargamento del consiglio di amministrazione da 3 a 5 componenti. L'assise, prevista ieri, è stata posticipata per questioni attinenti al governo societario tutte interne all'azionista (la società è attualmente al 100% posseduta dal ministero dell'Economia). Anche se la candidatura alternativa alla presidenza della compagnia dell'ambasciatore italiano in Germania, Armando Varricchio, sembra tramontata, è rimasta aperta la questione deleghe.
Da luglio 2023, infatti, Ita è guidata da un cda con soli tre componenti presieduto da Antonino Turicchi. Il previsto ingresso del vettore tedesco ha comportato un rafforzamento della sua posizione, soprattutto dopo l'uscita dell'ex ad Fabio Lazzerini. Sebbene le sue competenze siano state traslate al direttore generale Andrea Benassi, al presidente della compagnia restano le operazioni strategiche, il legale, il finance, la comunicazione e i rapporti istituzionali: di fatto un plenipotenziario. Accetterà ora Turicchi (con un passato importante in Cdp, è sempre rimasto ad della controllata Fintecna) di condividere i poteri con il nuovo ad di provenienza tedesca? Di certo non si può disconoscerne il merito non solo dell'aver raggiunto l'accordo con i tedeschi ma anche dell'aver avvicinato la compagnia al pareggio di bilancio con il primo utile che dovrebbe essere raggiunto nell'anno in corso grazie all'effetto-Giubileo. Un altro merito è l'aver depotenziato le pretese dei sindacati che, sin dalla fondazione di Ita, premono per l'assunzione di tutti coloro che sono rimasti nella vecchia Alitalia attualmente in cigs (2.118 operatori). Dunque, accetterà un ruolo meno denso di peso? Certamente al futuro amministratore delegato Jörg Eberhart, chief strategy officer di Lufthansa, non dispiacerà non avere al fianco una presenza di peso, tanto più perché esperta di finanza. Ma si tratta anche di riequilibrare pesi che, per via della situazione emergenziale, erano stati distribuiti in maniera sommaria.
La parte fondamentale resta, comunque, quella finanziaria. Nell'accordo siglato tra il Mef e Lufthansa è previsto che il colosso tedesco salga al 90% di Ita tra il 2025 e il 2027 e poi al 100% «entro il 2033» per un investimento complessivo di 829 milioni di euro, inclusi i 100 milioni di «earn out» che andranno al Tesoro al raggiungimento di alcuni obiettivi specifici. Alla Frankfurter Allgemeine Zeitung il ceo di Lufthansa, Carsten Spohr, ha detto che quella di Ita è «la più grande acquisizione nella storia» della compagnia tedesca. «È nel nostro interesse mantenere il governo italiano a bordo nei prossimi mesi», ha aggiunto precisando che l'obiettivo resta sempre «un'acquisizione al 100%». Secondo Spohr, «le resistenze incontrate sono state più grandi di quelle attese» per via delle regole europee per le acquisizioni di altre compagnie. «Solo chi cresce, anche attraverso acquisizioni, riesce a tenere il passo con le aziende più importanti del mondo. Vorremmo che Bruxelles sostenesse con maggiore forza questa logica», ha rimarcato.
Per dare il via libera all'operazione, la Commissione Ue ha infatti imposto condizioni vessatorie a garanzia della concorrenza, sia sui voli europei che sui collegamenti intercontinentali, imponendo la cessione di slot e l'apertura delle tratte anche ai concorrenti. Insomma, anche se il traguardo è vicino, la storia di Ita resta da scrivere: fra le legittime ambizioni di crescita e un acquirente che punta, in primo luogo, alla razionalizzazione dei costi.
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