"Italia sarà marginale", "Ci scredita all'estero". Scontro Conte-Fdi

L'ex premier in un'intervista a El Pais critica il governo prima ancora del suo insediamento. Volano bacchettate a Meloni, ma anche a Draghi. Donzelli (Fdi): "M5S non faccia opposizione all'estero"

"Italia sarà marginale", "Ci scredita all'estero". Scontro Conte-Fdi

Il nuovo governo non è ancora stato incaricato, eppure c'è già chi sta cercando di delegittimarlo. Anche agli occhi degli interlocutori stranieri. Il deleterio esercizio, si badi bene, non ha nulla a che vedere con il legittimo e doveroso ruolo delle opposizioni: a bocce ferme, infatti, le critiche rivolte al costituendo esecutivo sono solo un'attività di preventiva avversione politica. La circostanza diventa ancor più avvilente quando il tiro al bersaglio rischia di screditare l'Italia all'estero.

L'intervista di Conte a El Pais

"Se Meloni continua a strizzare l'occhio a Orbán, l'Italia sarà marginale in Europa", ha affermato Giuseppe Conte in una lunga intervista al quotidiano iberico El Pais. Parole che sembrerebbero dipingere la nostra nazione come in una fase di potenziale debolezza politica: per chi sta all'estero, un mesaggio non certo rassicurante da parte di un leader politico che è stato premier del medesimo Paese. Peraltro, proprio rispetto a questo dettaglio non trascurabile, l'ex inquilino di palazzo Chigi ha lanciato strali sul suo predecessore, oltre che sulla presidente del Consiglio in pectore.

"Nel periodo in cui sono stato primo ministro avevamo un'alleanza strategica con la Spagna. E spero che continui così. Ma ho visto che con Draghi non c'era molta attenzione. Con quel nuovo asse abbiamo ottenuto grandi risultati in Europa, aveva visione politica, capacità di intervento e di azione. Se Meloni continua a strizzare l'occhio agli amici polacchi e ungheresi, l'Italia avrà un ruolo molto marginale in Europa. E questo mi preoccupa molto", ha affermato Giuseppe Conte a El Pais. Poi, rispondendo a una domanda su un eventuale "prossimo governo di estrema destra", il capo pentastellato ha chiamato in causa anche il Pd.

L'attacco a Fdi e Lega

"Sono stato molto chiaro quando c'è stato un tentativo del Pd di trasformare la campagna in uno scontro esclusivamente ideologico. È un errore, non puoi andare in giro a distribuire brevetti di legittimità democratica. Sono forze politiche, soprattutto Fratelli d'Italia, che da anni sono rappresentate in Parlamento e non propongono contenuti programmatici o ideologie esplicitamente neofasciste", ha affermato Conte, senza però assolvere del tutto Giorgia Meloni e il suo partito. "Nelle ultime settimane c'è stato un fattore nuovo: il voto al Parlamento europeo contro il sistema politico ungherese del primo ministro Viktor Orbán. E quando ho visto che i Fratelli d'Italia e la Lega hanno votato a favore di proteggerlo, mi sono detto: se quelle riforme si devono applicare qui, questi partiti non sono adatti a governare l'Italia. Per una questione di merito, per quel voto. Non per una questione ideologica. E questo è un problema serio", ha affermato l'ex premier.

"Scredita il Paese all'estero"

Affermazioni che hanno provocato il fastidio di Fratelli d'Italia, in questi giorni impegnata assieme agli alleati del centrodestra nella formazione del nuovo esecutivo.

"Il MoVimento 5 stelle faccia una opposizione ferma in Italia, ma all'estero non giochi a screditare il nostro paese", ha rimproverato Giovanni Donzelli, esponente di punta del partito meloniano, spiegando che "del discredito del Paese all'estero l'Italia non ha bisogno, soprattutto in questa congiuntura internazionale".

"L'opposizione non può giocare a screditare l'Italia all'estero. Qui facciano tutta l'opposizione che vogliono e che devono, ma fuori dai nostri confini no", ha concluso il fedelissimo di Giorgia Meloni.

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