Nelle ultime settimane sono arrivati tre annunci di vaccini potenzialmente sicuri contro il coronavirus: ha iniziato Pfizer-Biontech, con il suo prodotto efficace al 90%, quindi è stata la volta di Moderna (95%) e AstraZeneca-Oxford (70%), mentre altri comunicati potrebbero seguire nei prossimi giorni. Nonostante il vaccino al Covid-19 sia quasi pronto, il governo italiano è molto preoccupato per alcuni studi che evidenzierebbero come il 41% degli italiani non avrebbe alcuna intenzione di vaccinarsi.
Le preoccupazioni del governo
Secondo una ricerca condotta dall'università cattolica di Milano il 41% degli intervistati ritiene "per niente probabile" o addirittura "probabile e non probabile" l'eventualità di una vaccinazione contro il coronavirus. Calcolatrice alla mano, ben quattro italiani su dieci sembrerebbero non avere intenzione di vaccinarsi. E questo, per il governo, rappresenta un problema non da poco.
L'esecutivo giallorosso, come ha sottolineato Marco Antonellis su ItaliaOggi, è molto preoccupato da queste indiscrezioni che, pur essendo studi, rappresentano solitamente fedeli ritratti della realtà. Il motivo è semplice: senza un adeguato numero di cittadini vaccinati l'avvento del vaccino rischia di essere totalmente inutile. A quel punto, si mormora a Palazzo Chigi, qualora soltanto pochissime persone decidessero di sottoporsi alla vaccinazione potrebbe essere compressa tanto la salvezza sanitaria dell'Italia quanto la ripresa economica del Paese.
Le soluzioni sul tavolo
Facciamo un passo indietro. Lo scorso agosto il premier Giuseppe Conte spiegò che il vaccino non sarebbe stato obbligatorio per tutta la popolazione. Ma è pur vero che in estate la situazione epidemiologica del Paese era del tutto differente rispetto ad oggi. Sul tavolo del governo, dunque, iniziano a prendere forma diversi scenari.
Si starebbe discutendo di una massiccia campagna di informazione per spiegare alla popolazione che scegliere di non vaccinarsi equivarrebbe a una sorta di follia. Alcuni tecnici hanno invece avanzato l'ipotesi di rendere il vaccino obbligatorio. Certo è che il coro, unanime, che risuona tra i corridoio di Palazzo Chigi è lo stesso da giorni: "È sconcertante che un italiano su quattro non ne voglia sapere di farsi vaccinare. Significherebbe tenere la sanità in agonia e compromettere la ripresa economica e sociale del Paese".
La speranza dell'esecutivo, infatti, è che la ripresa economica dell'Italia possa avvenire entro la fine dell'attuale legislatura, così da ripresentarsi alla grande in vista delle prossime elezioni del 2023. Ma gli ultimi moniti di alcuni esperti hanno reso diffidenti gli italiani nei confronti della vaccinazione. Roberto Burioni, sul portale Medical Facts da lui gestito, ha scritto che "essere vaccinati non significa essere protetti al 100%, anzi si rischia pure di ammalarsi gravemente" e che "per essere tutti al sicuro, sarà indispensabile che tutti si vaccinino".
Unendo tutti i punti, si capisce perché il governo abbia preso di petto, ad esempio, le dichiarazioni di Andrea Crisanti. "Io non farei il primo vaccino che dovesse arrivare a gennaio. Perché vorrei essere sicuro che questo vaccino sia stato opportunamente testato e che soddisfi tutti i criteri di sicurezza ed efficacia.
Ne ho diritto come cittadino e non sono disposto ad accettare scorciatoie", aveva dichiarato il direttore di microbiologia all'Università di Padova. Ebbene, le affermazioni di Crisanti non sarebbero affatto piaciute al Cts, ovvero al Comitato tecnico scientifico. Nel frattempo il governo sta ragionando su come convincere gli italiani a vaccinarsi senza passare per l'obbligatorietà del vaccino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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