Ucciso un foreing fighter italiano nel Donetsk, vicino a Mariupol. Aveva 28 anni, abitava vicino a Rostov e combatteva per le milizie russe. Era un sostenitore della community italiana Fort rus. Le notizie battute ieri in tarda serata dalle agenzie sono poche ma stupisce la storia della vittima. Un ragazzo italiano che si è arruolato con l'esercito russo. Finora, dal lavoro dell'intelligence, sono emersi altri casi di arruolamenti simili: uno fra tutti quello di Andrea Palmieri, ex capo ultrà della Lucchese, estremista di destra, schierato con i filorussi.
Per il resto, dall'inizio della guerra, sono state individuate una ventina di persone che hanno deciso di scendere in campo come combattenti. È di qualche settimana fa la notizia dell'uccisione di Benjamin Giorgio Galli, il secondo foreign fighter che ha perso la vita nel conflitto causato dall'invasione russa: il primo è stato Edy Ongaro, militante nelle fila dei separatisti filorussi del Donbass, ucciso lo scorso 30 marzo da una bomba a mano in un villeggio a nord di Donetsk.
Questa «legione» italiana in teatro di guerra è attentamente monitorata da 007 e forze dell'ordine. C'è chi è partito per convinzione politica - di estrema destra o di estrema sinistra - ma qualcuno è anche mercenario attratto dal richiamo della paga.
E c'è anche chi è tornato, spaventato da quello che ha visto e subito. È il caso di Ivan Luca Vavassori, ex calciatore di 29anni che era andato al fronte nelle fila delle brigate internazionali in guerra contro le truppe di Putin.
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