Il nodo della legge elettorale tiene banco in casa Pd e non solo. La minoranza democratica continua ad alzare la voce e chiede al governo di apportare modifiche al testo dell'Italicum. "Speriamo che il relatore si adoperi per consentire alla commissione di contribuire a migliorare il testo della legge elettorale", ha detto Andrea Giorgis, esponente della minoranza Pd in commissione Affari costituzionali. Per la minoranza Pd, in ogni caso, è importante "evitare di commettere gli errori del passato e consegnare all’Italia una legge con gli stessi difetti che aveva il Porcellum".
Il governo però, dal canto suo, alza un muro. "La direzione del partito ha deciso, ha già dato un indirizzo. Per noi la legge è corretta, funziona, va bene, non ha necessità di modifiche", ha spiegato il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi lasciando la commissione Affari costituzionali della Camera, che oggi ha avviato l’esame della legge elettorale licenziata dal Senato. Insomma, l'esecutivo snobba la richiesta di dialogo avanzata dalla minoranza Pd. "Il dialogo -replica Boschi- lo teniamo sempre aperto. Oggi abbiamo compiuto un passo importante, siamo in una fase delicata ed è giusta una ulteriore riflessione al nostro interno, ma ci sono tutti i presupposti per andare avanti e rispettare i tempi previsti, per l’approdo in aula il prossimo 27 aprile del testo".
"L’Italicum 2.0 è molto diverso da quello che è stato licenziato dalla Camera: ci sono stati numerosi cambiamenti che saranno oggetto di approfondita discussione in Commissione. Il lavoro sarà proficuo, anche con delle audizioni", ha detto, ai microfoni di Rai News24, il deputato di Forza Italia e presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Francesco Paolo Sisto. Che ha aggiunto: "Credo che nessun provvedimento possa dirsi blindato in Parlamento, in una democrazia parlamentare c’è una discussione, un approfondimento, un lavoro di Commissione e di Aula. La libertà di ciascun deputato è capace di manifestarsi nelle forme del voto favorevole, contrario o dell’astensione. Può sembrare una banalità, ma non lo è assolutamente. Forza Italia valuterà volta per volta, emendamento per emendamento, articolo per articolo, quanto il nuovo testo sia compatibile con il suo Dna".
Se c'è una Forza Italia guardinga, all'interno del Pd c'è invece un'Area Riformista di battaglia: "Ma su quale terreno noi poggiamo questo impianto di riforme? Questo percorso è iniziato con il cosiddetto Patto del Nazareno, maggioranza di governo più Forza Italia. Questo patto non c’è più. Forza Italia ha commesso un errore gravissimo, lasciando il tavolo delle riforme in maniera incomprensibile con l’elezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica. All’orizzonte si profila un altro, enorme rischio: una frattura dentro il Pd. Se così fosse su quale terreno facciamo camminare le riforme? È vero che le riforme sono ineludibili, è altrettanto indispensabile farle bene. Nessuno di noi vuole veti, ricatti, ultimatum come pure siamo convinti che la parola scissione non debba far parte del vocabolario del Pd. Questa rottura non possiamo permettercela. Riflettiamo. Senza fermarci.
Possiamo andare avanti al doppio della velocità, se necessario. Però attenzione, perché le riforme devono poggiarsi su un terreno largo. E questo terreno si è già ristretto", si legge in un documento redatto dagli esponenti di Area Riformista.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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