"Joe è il peggiore di sempre. Donald rappresenta i moderati. Dai dem troppi estremismi"

Il giornalista e analista politico Ben Shapiro: "La situazione del Paese è fuori controllo. Disastro migranti"

Ben Shapiro
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«Biden? Il peggiore di sempre, meglio il moderato Trump». Non ha dubbi Ben Shapiro, uno dei volti più noti del panorama conservatore americano. Commentatore, giornalista e fondatore del sito Daily Wire, Shapiro è noto soprattutto per il podcast The Ben Shapiro Show che qualche settimana fa ha ospitato anche il tycoon.

Perché gli Stati Uniti sono pronti a rieleggere Donald Trump?

«Perché la prima presidenza è stata più stabile e nei fatti, normale. Un sacco di persone a sinistra amano dire che Trump non è normale, ma sbagliano bersaglio. A non essere normale è la situazione nel Paese adesso che sembra fuori controllo. Quattro anni di alta inflazione non sono normali, il tasso di criminalità elevato non è normale. La verità è che la vita era migliore nel 2019 rispetto a quanto non lo sia oggi nel 2024».

Un fallimento dei dem insomma

«Un sacco di persone stanno per voltare pagina, per avere una stabilità simile al periodo della prima presidenza Trump, ma anche verso la fine dell'insana spinta woke che sembra aver dominato la nostra politica grazie liberal, a Kamala Harris e al partito democratico».

Tra Trump e Harris si sta configurando uno scontro tra visioni molto diverse.

«Se si guarda alla corsa elettorale in termini di posizione Trump è il candidato di una campagna incredibilmente moderata. Sta occupando il centro dello spettro politico, molto di più di Harris. Ha detto che non toccherà i grandi programmi sociali già in vigore e questa non è una posizione tradizionalmente conservatrice. Stesso discorso per l'aborto: ha una posizione moderata, dato che ha promesso di mettere il veto a un ban nazionale».

Insomma Trump è il nuovo centrista

«Sta avendo posizioni moderate su una vasta gamma di questioni. Direi che la sua campagna è più simile a quella di John McCain nel 2008. È la sinistra a essere finita fuori dai binari. C'è un partito politico che dichiara che i bambini possono essere bambine e le bambine possono essere bambini».

La questione dell'aborto che anima gli elettori di Harris può essere un problema?

«Ora che Roe vs Wade non c'è più, l'aborto si sistemerà Stato per Stato, tra uno o due cicli elettorali e così non sarà più una questione federale. Come ho detto sul tema Trump ha sorpreso tutti. La vera posizione estremista è stata quella di Harris che ha suggerito l'aborto fino al momento della nascita, senza eccezioni».

Oltre che con Harris, Trump sembra scontrarsi spesso coi media. Da fondatore e caporedattore di una testata cosa ne pensa?

«Trump ha ragione a lamentarsi di quelli che io definisco media spazzatura. Questi media oggettivi non lo sono e formano quello che potremmo definire l'insieme dei media mainstream composto da New York Times, Washington Post e grandi network, sono coinvolti nella propaganda ogni giorno. Io stesso ne sono vittima. Il New York Times vuol fare uscire una storia nella quale si racconta il tentativo di bandire i media come il mio da YouTube. Questi media lavorano per impedire la diffusione di materiale dei conservatori».

Nell'America polarizzata di oggi è quindi impossibile che dem e Gop trovino un terreno comune?

«L'era dei social media ha fatto peggiorare la divisione tra partiti. In passato il Congresso era un'istituzione che ha plasmato le persone che vi hanno partecipato. Entravi come cittadino e te ne andavi come deputato. Oggi le persone usano il Congresso più come piattaforma per le proprie campagne social invece che come posto dove legiferare. Nonostante questo c'è un po' di spazio per collaborare. È il caso del dossier cinese, c'è un'accettazione diffusa a sinistra e a destra che la Cina rappresenta una minaccia crescente».

E sul tema dell'immigrazione che preoccupa la maggioranza degli americani?

«Penso che inizi a esserci un'intesa. Stiamo vedendo il risultato delle scelte dei dem sempre più impopolari. E pure loro iniziano a muoversi diversamente sul tema e a immaginare un mondo in cui possono decidere di chiudere il confine».

Che presidenza è stata quella di Joe Biden?

«È stato il peggior presidente di sempre. Il mondo è in fiamme.

L'invasione dell'Ucraina e una guerra in Medioriente sono il risultato diretto della debolezza di Biden e del suo tentativo di allontanarsi da Israele e Arabia Saudita e di essere accondiscendente con l'Iran. A livello nazionale continua ondata di criminalità che ha afflitto il Paese, lasciando entrare 10 milioni di clandestini. È quasi impensabile quanto sia grave il casino che ha combinato».

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